Il microsonno, o sonno polifasico come viene a volte chiamato, è una tecnica controversa e molto discussa che prevede di spezzettare le ore di sonno che facciamo nel corso di una giornata, invece di dormire ininterrottamente per sette/otto ore. C'è chi sostiene che questo metodo sia inefficace, chi invece dice che i benefici del sonno si sommano, e che tanti piccoli pisolini siano l'equivalente di una lunga dormita.
Uno studio pubblicato su Science sembra dare ragione a questa seconda scuola di pensiero – almeno se si parla di pigoscelidi antartici. Questi pinguini hanno infatti perfezionato il microsonno, una tecnica che impiegano in particolare quando stanno covando e non possono distrarsi per non mettere a rischio i loro futuri pulcini.
Turni massacranti. Come suggerisce il nome, i pigoscelidi antartici sono pinguini che vivono intorno al Polo Sud. Costituiscono coppie relativamente stabili e che dedicano molta attenzione ai pulcini: ogni anno la femmina depone solo due uova, che vengono poi covate alternativamente da lei e dal maschio per più di un mese, con "turni" di sei giorni a testa. Durante questo periodo, questi pinguini sono particolarmente vulnerabili, perché non possono allontanarsi dal nido e soprattutto non possono concedersi lunghi sonni, che li distrarrebbero dai loro compiti di sorveglianza.
Come fanno quindi a gestire le loro energie? Il team del CRNL (il Lyon Neuroscience Research Center, in Francia) che ha condotto l'esperimento ha potuto misurare da remoto, usando metodi non invasivi, l'attività cerebrale dei pigoscelidi sia durante il periodo di "libertà", sia durante quello di cova, e avere quindi un'idea più precisa dei loro ritmi sonno/veglia.
Non provateci a casa! Quello che abbiamo scoperto con queste misurazioni è che, nei giorni dedicati alla cova, i pigoscelidi dormono tantissimo – 11 ore di sonno al giorno, più o meno. Il punto è che lo fanno senza che noi ce ne accorgiamo: schiacciano infatti moltissimi pisolini (circa 10.000 ogni giorno) della durata media di 4 secondi, per poi tornare immediatamente attivi. Il fatto che questa strategia funzioni, e che questi pinguini abbiano un notevole successo riproduttivo, suggerisce che i benefici del sonno, almeno nei pigoscelidi, si accumulano e non si "resettano" a ogni risveglio.
Si tratta comunque, secondo gli autori, di un esempio estremo, quantomeno tra i vertebrati: non è ancora arrivato il momento di sperimentare anche noi i pisolini sistematici di 4 secondi – che comunque anche noi umani facciamo ogni tanto, ma involontariamente e solo quando siamo particolarmente stanchi (creando potenzialmente grossi problemi, soprattutto se avvengono mentre si è alla guida di un'auto).