Imparare a riconoscere il suono della voce di un predatore è fondamentale per sopravvivere in natura, ed è quindi logico pensare che tutti gli animali selvatici abbiano in testa una sorta di "gerarchia": ci sono versi dei quali hanno più paura, perché sanno che appartengono a un animale pericoloso.
Ebbene, c'è una caratteristica comune agli animali di tutto il mondo: hanno imparato che la voce umana è il suono più pericoloso di tutti. Abbiamo scoperto l'anno scorso che vale per i mammiferi africani, e ora uno studio pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B dimostra che lo stesso vale per i marsupiali australiani.
Prede ingenue. La scelta di concentrarsi sui marsupiali australiani deriva dal fatto che questi animali sono considerati "ingenui": l'isolamento dal resto del mondo e il fatto che nel continente australiano i grandi predatori mancano da 50.000 anni, li ha portati a non avere abbastanza paura di animali ignoti, di fronte ai quali tendono a non reagire, o comunque a comportarsi come se non fossero di fronte a un grosso problema.
Predatori da 50mila anni. Questa "spavalderia" porta conseguenze devastanti sulle loro popolazioni, soprattutto quando si trovano di fronte a una nuova minaccia che non considerano tale. Dallo studio, però, è emerso che una delle minacce principali percepite da questi animali sono gli umani: predatori presenti in Australia da quasi 50.000 anni.
Siamo Il terrore del mondo animale. Il team della University of Tasmania che ha condotto lo studio ha quindi provato a esporre una serie di marsupiali australiani (canguri, wallaby, opossum…) ai versi di vari animali, dalle pecore ai cani, dai lupi agli umani, appunto. Il risultato è che le potenziali prede scappano di fronte al suono della voce umana con una frequenza 2.4 superiore a quanto fanno quando sentono il verso di un altro animale, locale o introdotto che sia.
Persino i daini ci temono. Un particolare interessante dello studio è che tra i soggetti vanno annoverati anche i daini, che non sono nativi dell'Australia ma sono stati introdotti dagli umani: anch'essi hanno avuto la stessa reazione, fuggendo con maggior frequenza di fronte alle nostre voci rispetto a quanto abbiano fatto ascoltando il verso di un predatore. Insomma, se vi sembra che la natura sia popolata di animali feroci e spaventosi, considerate che per loro non c'è nulla di più terrificante che il suono della nostra voce.