I gatti non amano l'acqua. Ma se costretti, dai due mesi in poi, possono rivelarsi degli ottimi nuotatori. Abbandonati in mezzo a un lago, in altre parole, saranno in grado, nella maggior parte dei casi, di tornare a riva sani e salvi (a meno che una corrente, che difficilmente riescono a contrastare, non li spinga altrove). D'altronde, secondo gli esperti, il gatto sarebbe cresciuto in aree per lo più asciutte o desertiche (come l'antico Egitto, dov'era adorato) e per questo non avrebbe sviluppato una particolare predisposizione per l'acqua. È anche vero, tuttavia, che esistono alcune razze che smentiscono questa naturale idiosincrasia: come il norvegese (che secondo la tradizione era il gatto che teneva compagnia ai Vichinghi e cacciava i topi dalla stiva delle loro navi) o il Turkish van (un animale domestico a pelo lungo amante dell'acqua e proveniente dalla zona del lago di Van, nella Turchia orientale).
Poi non bisogna dimenticare anche altre specie di felini che si avvicinano all'acqua con piacere, come il gatto pescatore (Felis viverrina, un felino selvatico diffuso in Asia) e la tigre, parente del gatto un po' alla lontana, alla quale piace tuffarsi e immergersi e che, in genere, è una eccezionale nuotatrice.
Guarda il gatto che nuota
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