Come in una scena di Baywatch, ma con protagonisti provvisti di pinne, alcuni delfini nel Mare del Giappone hanno provato a salvare una compagna ferita, improvvisando con i loro corpi una sorta di "zattera" per permettere al cetaceo morente di non affogare.
In passato singoli cetacei sono stati osservati mentre aiutavano i propri cuccioli, o tentavano di rianimare un esemplare già morto, ma è la prima volta che gli esperti documentano il caso di un gruppo di delfini che coopera per mettere in salvo un compare.
Da non perdere: il delfino chiede aiuto, il sub lo cura (video)
Durante una giornata di ricerca in mare aperto nel giugno 2008, un'equipe di ricercatori del Cetacean Research Institute di Ulsan, Corea del Sud, ha avvistato e iniziato a seguire un banco di delfini comuni a becco lungo (Delphinus capensis) intenti a procurarsi cibo nelle acque del Mar del Giappone.
Guarda anche i delfini che nuotano con un cane (video)
Un gruppetto di 12 esemplari nuotava più lentamente degli altri: avvicinandosi, gli scienziati hanno appurato che i cetacei stavano aiutando una femmina in evidente difficoltà, con l'addome ferito rivolto in superficie e le pinne pettorali paralizzate. Per una trentina di minuti i delfini hanno nuotato a turno ai lati della compagna, cercando di tenerla a galla, e sotto di essa, formando con i loro dorsi una specie di zattera per permettere all'animale di restare a galla e respirare. Ma i loro sforzi non sono andati a buon fine: a un certo punto la poverina ha smesso di respirare e si è girata in posizione verticale. Cinque delfini le sono comunque rimasti accanto, soffiandole addosso bolle d'aria o toccandola con il muso, finché il cetaceo è scomparso alla vista.
Guarda il video dell'episodio pubblicato da New Scientist:
Un commovente esempio di altruismo? Forse, ma secondo gli esperti non totalmente disinteressato. Salvare i compagni feriti potrebbe aiutare i delfini a mantenere saldo il gruppo e con esso il controllo del territorio. Inoltre, se in difficoltà si trova un parente, salvarlo significa conservare il proprio patrimonio genetico. Insomma, questo comportamento generoso potrebbe essersi evoluto anche senza bisogno dell'empatia.
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