Si dice che il coccodrillo non metta mai il cappotto, che con i denti punga e molto spesso pianga, ma se è vero che nessuno sa come fa, tutti abbiamo ben presente che cosa mangia - e non vorremmo essere noi, gli invitati a pranzo. Tuttavia, pare che non sia sempre stato così carnivoro: secondo uno studio pubblicato su Current Biology, i crocodilomorfi vissuti nel Mesozoico si sarebbero evoluti almeno tre volte come erbivori, prima di diventare i rettili arcosauri carnivori che conosciamo oggi.
Questione di denti. I denti cambiano in funzione dell'alimentazione principale: i carnivori hanno denti aguzzi e lisci; gli erbivori, invece, dovendo triturare il cibo prima di deglutirlo, hanno una dentatura più complessa, dalla superficie irregolare. «La dentatura di molti arcosauri estinti è addirittura più complessa di quella delle lucertole: è molto probabile che quegli animali si nutrissero di piante», afferma il biologo Keegan Melstrom (Università dello Utah), coordinatore dello studio.


Che fine hanno fatto? I ricercatori hanno analizzato 146 dentature di 16 specie estinte in periodi differenti e, grazie a uno speciale software sviluppato ad hoc, le hanno classificate e valutate con un punteggio numerico correlato alla loro complessità. I risultati dello studio dimostrano che non si può parlare di anomalie, anzi, secondo lo studio i crocodilomorfi erbivori si sarebbero evoluti almeno tre volte, «forse addirittura sei volte», afferma Melstrom.
C'è da chiedersi perché, nonostante così tante "prove di evoluzione" in quella direzione, i coccodrilli erbivori non siano sopravvissuti al Cretaceo (l'ultimo periodo del Mesozoico): forse le conseguenze di un cambiamento climatico sulla flora, oppure l'eccessiva competizione con gli erbivori, ma sono solamente ipotesi.