I celacanti, enigmatici e rari pesci abissali da molti considerati "fossili viventi" per la spiccata somiglianza con i loro preistorici antenati (definizione che, comunque, non mette tutti d'accordo), hanno anche altre caratteristiche curiose. In base a uno studio pubblicato su Current Biology, questi pesci possono vivere fino a cent'anni, diventano adulti oltre la nostra mezza età, e sopportano gravidanze della durata di 5 anni: hanno, insomma, uno dei metabolismi più lenti mai osservati in un pesce.
cambiamento lento. I celacanti erano già considerati estinti da oltre 65 milioni di anni, quando nel 1938 ne fu scoperto un esemplare (Latimeria chalumnae) al largo della costa orientale africana, evento seguito dal ritrovamento di alcuni individui di un'altra specie al largo dell'Indonesia (Latimeria menadoensis). Apparentemente molto simile ai suoi antenati del Cretaceo, il pesce abissale fu soprannominato "fossile vivente": si riteneva che la sua evoluzione genetica fosse avvenuta molto lentamente, ipotesi controversa perché basata, secondo un'interpretazione più recente, su una concezione "finalistica" dell'evoluzione, e pertanto non da tutti accettata.
Le scaglie non mentono. In una cosa, però, i celacanti sono lenti di sicuro: nel vivere. Kélig Mahé, ricercatore capo dell'Institut Français de Recherche pour l'Exploitation de la Mer di Boulogne-sur-mer, Francia, ha approfittato dell'ampia collezione di celacanti conservati al Museo francese di Storia Naturale di Parigi per analizzare 27 esemplari in tutto, più del doppio di quelli studiati in passato, dai celacanti allo stadio embrionale a esemplari adulti lunghi quasi due metri.
Utilizzando nuove tecniche disponibili, come il microscopio a luce polarizzata e nuovi metodi di interpretazione delle scaglie dei pesci, che permettono di "leggerne" l'età come si fa con gli anelli degli alberi, lo scienziato ha stabilito che i celacanti possono vivere anche per 100 anni, 5 volte in più di quanto stimato finora. Il nuovo approccio ha permesso di notare infatti anche i più sottili e un tempo impercettibili circoli (anelli concentrici) sulle scaglie, corrispondenti a periodi di accrescimento, e non solo le strutture più visibili e stratificate. Si tratta insomma di una tecnica di datazione più precisa.
Cinque anni di gestazione. L'esemplare più vecchio tra quelli analizzati aveva 84 anni, ma secondo il ricercatore una maggiore longevità è comunque possibile. I due embrioni analizzati avevano entrambi 5 anni, e calcolando a ritroso la durata della gestazione, basandosi sulle dimensioni e sulle scaglie dei pesci alla nascita, si è arrivati alla stessa durata di tempo.
I celacanti lasciano sviluppare gli embrioni per 5 anni nel corpo della madre prima di mettere al mondo la prole. Del resto anche il raggiungimento dell'età adulta arriva tardi, attorno ai 55 anni di età: «una delle più lente, o forse la più lenta, storia di vita tra i pesci marini, vicina a quella degli squali abissali», sostiene lo studioso.
Visto che ci sono, conserviamoli. I pesci così lenti nei ritmi di vita sono anche poco fecondi e particolarmente vulnerabili ai fattori di disturbo di origine antropica. Ecco perché la scoperta potrebbe aiutare a tutelare i celacanti, già a rischio estinzione, dalla scomparsa - questa volta definitiva.