Accade fin dall'antichità: dopo un terremoto c'è sempre qualcuno che riferisce di aver osservato animali (gatti, cani, ma anche mucche!) comportarsi in modo strano prima della scossa. Ma una simile ipotesi può avere una validità scientifica? Secondo un'analisi rigorosa del fenomeno, i cui risultati sono stati pubblicati su Bulletin of the Seismological Society of America, la risposta sarebbe negativa. Quelle che vengono presentate come "prove" sarebbero, in realtà, sporadiche osservazioni, aneddoti e nulla più.
3 terremoti su tutti. I ricercatori che hanno condotto lo studio, Heiko Woith e i suoi colleghi del GFZ German Research Center for Geosciences, hanno intervistato un campione di persone che, in occasione di terremoti diversi, avevano riferito di strani comportamenti negli animali nelle ore che hanno preceduto la scossa. Hanno posto una serie di domande del tipo: a che distanza si trovavano dall’epicentro del sisma? Non avevano mai osservato simili comportamenti prima o dopo il terremoto? Gli animali erano sani?
In particolare, sono state esaminate 729 segnalazioni di (presunti) comportamenti anomali, relativi a 160 terremoti, anche se le attenzioni si sono concentrate maggiormente sui fatti relativi a tre di essi: il terremoto di Darfield del 2010 in Nuova Zelanda, quello di Nagano-ken Seibu del 1984 in Giappone e il sisma del 2009 a L'Aquila in Italia. «Esistono molti documenti che descrivono di comportamenti inusuali di animali all’approssimarsi di un sisma, ma questa è la prima volta che vengono esaminati in modo statistico, per analizzare quanto viene raccontato», ha riferito Woith, il quale non si è limitato agli animali domestici, ma ha analizzato casi dove i protagonisti erano elefanti o addirittura di bachi da seta!
Lo studio mostra come, in molti casi, i comportamenti degli animali andavano avanti da mesi prima dei terremoti fino a pochi secondi dall’evento, con distanze dall'epicentro che variano da poche decine di metri a più chilometri... E che solo in 14 casi di comportamenti anomali sembra ci sia stata una ricorrenza, mentre in tutti gli altri casi si è trattato di fenomeni singoli, accaduti cioè una sola volta.
Le conclusioni. «Questa "debolezza" dei dati», conclude Woith, «rende difficile confermare che, all'approssimarsi di una scossa di terremoto, vi siano reali comportamenti predittivi da parte degli animali. Resta invece possibile siano in grado di percepire le onde che possono precedere una scossa violenta e che non sono rilevabili dall’uomo, oppure le variazioni in flussi d’acqua sotterranei o il rilascio di gas dal terreno».
Per quanto riguarda alcuni animali, inoltre, i comportamenti anomali si sono verificati anche in altri momenti della loro vita.
Il più tipico è quello dei rospi che poco prima del terremoto dell’Aquila sembravano essere scomparsi dagli stagni. Ma il fenomeno della loro scomparsa si è verificato “misteriosamente” anche in altre occasioni. L’appello di Woith è di non trarre conclusioni affrettate sull’argomento finché non si avranno testimonianze molto concrete sul fenomeno, che possano essere definite prove scientifiche.