Quanto è difficile per un animale adattarsi ai cambiamenti climatici? La risposta, purtroppo, è quasi sempre "molto". La rapidità con cui stiamo apportando modifiche agli ecosistemi globali si sta rivelando un flagello per moltissime specie che non hanno tempo di adeguarsi alle nuove condizioni causate dall'attività antropica.
Il discorso non vale solo per gli effetti visibili e misurabili di questi cambiamenti (la temperatura dell'acqua del mare troppo alta per alcune specie, l'inquinamento che rende irrespirabile l'aria per altre e via dicendo): uno studio pubblicato su OIKOS - in realtà una meta-analisi, ossia la revisione, in questo caso, di 192 studi - dimostra come il riscaldamento globale e le sue conseguenze stiano spingendo molti animali a modificare anche il proprio comportamento, in termini di socievolezza, grado di aggressività e soprattutto attività esplorative.
Lo studio ha aggregato e confrontato i dati comportamentali di più di 100 specie animali (tra pesci, uccelli, crostacei e mammiferi), raccolti nel corso di studi specifici; per ciascuno di questi (animali e relativi tratti comportamentali), i ricercatori hanno individuato quelli più sensibili a variazioni causate dai cambiamenti climatici. In particolare lo studio si concentra su cinque fattori: grado di aggressività, grado di attività nel corso della giornata, coraggio (o sfacciataggine), socievolezza e spinta a esplorare il proprio ambiente.
Più caldo, più nervosi. Quello che si è scoperto è che tutti e cinque questi tratti comportamentali vengono influenzati fortemente dai cambiamenti climatici: per esempio, le temperature più alte durante la stagione riproduttiva portano molte specie di uccelli a diventare più aggressive nei confronti dei rivali; discorso analogo vale per molti pesci: quando l'acqua diventa più calda, loro diventano più violenti.
Il tratto comportamentale più pesantemente influenzato dai cambiamenti climatici, però, è un altro, e cioè la spinta all'esplorazione, definita genericamente come "la risposta a situazioni nuove": un animale "esploratore" sarà più propenso ad abbandonare la sua tana e investigare nuove possibili zone di caccia. Stando ai risultati dello studio, i cambiamenti climatici spingono quasi tutti gli animali (a eccezione di certi pesci) a ridurre la propria spinta all'esplorazione, e a puntare su un approccio più prudente e conservativo.
Maggiore prudenza. I ricercatori segnalano anche un'altra ricerca recente, che dimostra proprio che gli animali più prudenti e meno spinti all'esplorazione resistono meglio ai rapidi cambiamenti ambientali causati dall'uomo, almeno se confrontati con animali simili ma più intraprendenti.
In sostanza, i cambiamenti climatici potrebbero spingere molte specie ad adottare un approccio più prudente e a farsi bastare le poche risorse che hanno invece di andare in cerca di nuove fonti di cibo - un comportamento che potrebbe aiutarle, nei prossimi anni, a sopravvivere agli effetti più gravi del riscaldamento globale.