I bombi, come molti altri insetti impollinatori, stanno correndo velocemente verso un'estinzione che sarebbe devastante per gli ecosistemi mondiali (e per noi esseri umani). Conoscerli, studiarli e imparare le loro abitudini è fondamentale per poter formulare strategie di conservazione efficaci e attivabili a breve termine, visto che il tempo che ci rimane per salvarli non è molto. In questo senso, uno studio come quello pubblicato su PLOS ONE è importante perché rivela qualcosa che fino a oggi non sapevamo sulla vita dei bombi, sulla loro dieta e sulle loro esigenze, e che dovrebbe essere alla base dei futuri interventi di conservazione.
Cambio di dieta. Lo studio, guidato da Pablo Cavigliasso dell'Instituto Nacional de Tecnología Agropecuaria in Argentina, ha studiato il comportamento di 17 regine di Bombus pauloensis dal momento in cui hanno abbandonato il nido d'origine a quando ne hanno stabilito uno nuovo; per farlo, i ricercatori argentini hanno equipaggiato ogni regina con un microtrasmettitore radio (di appena 0,2 g) che ne tracciasse i movimenti nei campi di mirtilli dove abitano, nella provincia di Entre Rios. Hanno così scoperto differenze fondamentali nel loro comportamento prima e dopo la "colonizzazione": durante la fase di ricerca, le regine coprono un'area più ampia, ma sempre all'interno dei campi in questione, e si nutrono quindi prevalentemente di fiori di mirtillo; al contrario, una volta deciso dove fondare la colonia (solitamente ai confini delle piantagioni), cominciano a muoversi molto di meno ma cambiano dieta, scegliendo aree con un'ampia varietà di fiori selvatici, che aiutano le neonate operaie a sostentarsi.
Parola d'ordine: diversificare. Lo studio dimostra che le esigenze alimentari dei bombi cambiano nel corso della loro vita: le regine cercano tanti fiori dello stesso tipo quando devono trovare casa, e puntano invece sulla varietà una volta che hanno scelto dove stabilirsi. Oltre a essere un'informazione interessante, è anche fondamentale per gli sforzi di conservazione: se si vuole sfruttare al massimo le loro capacità di impollinare bisogna ripensare il paesaggio agricolo anche in base alle loro esigenze. In questo modo gli agricoltori possono garantire un habitat adeguato ai bombi, e in cambio convincerli a rimanere in zona e ricevere così un "servizio" costante e prolungato negli anni.