Animali

I barbagianni, con l'età, non perdono l'udito

Il segreto delle orecchie senza tempo dei barbagianni è di grande interesse: a differenza dei mammiferi, possono rigenerare le cellule sensoriali deputate all'ascolto.

I barbagianni mantengono intatto il loro senso dell'udito nonostante il tempo che passa: la scoperta pubblicata su Proceedings of the Royal Society B, ha risvolti che vanno al di là della pura curiosità scientifica.

Come altri uccelli e a differenza dei mammiferi, questi rapaci sembrano protetti dalla perdita dell'udito dovuta all'invecchiamento. Possono infatti rigenerare le cellule sensoriali dell'orecchio interno, in modo analogo a come noi rimarginiamo le ferite. Una capacità che all'uomo risulterebbe molto utile, ma che purtroppo non abbiamo: quando raggiungiamo i 65 anni di età, abbiamo ormai perso in media più di 30 decibel di sensibilità alle alte frequenze.

Come giovincelli. I ricercatori dell'Università di Oldenburg, in Germania, hanno testato 7 barbagianni (Tyto alba) addestrandoli a ricevere una ricompensa in forma di cibo in risposta a un richiamo sonoro. Tutti gli esemplari, compreso un barbagianni della veneranda età di 23 anni, hanno dimostrato un udito sopraffino (dote essenziale per localizzare le prede), immutato nonostante la vecchiaia. Altri pennuti in passato avevano dimostrato soltanto un lieve declino dell'udito dovuto all'invecchiamento. Per i barbagianni, invece, è come se gli anni - da questo punto di vista - non passassero.

Buono a sapersi. In natura, questi rapaci sopravvivono in media 3-4 anni: pertanto, la capacità di preservare l'udito così a lungo è ancora più stupefacente. Comprendere i meccanismi dietro all'udito di ferro potrebbe aiutare a studiare nuovi trattamenti contro la perdita dell'udito umana.

21 settembre 2017 Elisabetta Intini
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