I cat café sono un'invenzione relativamente recente (il termine è stato introdotto nel vocabolario inglese nel 2015) che, insieme alla loro versione canina, stanno diventando sempre più famosi e diffusi anche nel nostro Paese; si tratta di luoghi dove, tra un caffè e una torta di mele, si può ingannare il tempo coccolando gli animali che vi risiedono: gatti e cani, in genere. Ma ultimamente anche, stando a quanto si legge in uno studio pubblicato su Conservation Letters, animali esotici di ogni tipo: Sharne McMillan, dottoranda all'università di Hong Kong che studia la conservazione di una specie in pericolo di lontra, ha scoperto diversi locali che sfruttano questi mammiferi come "animali da coccola", e approfondendo ha potuto constatare la diffusione di locali che allo stesso scopo utilizzano specie esotiche di ogni tipo, dai gufi ai procioni.
Le lontre giapponesi. McMillan si occupa della lontra dalle piccole unghie orientale (Aonyx cinerea), la specie di lontra più piccola al mondo: la IUCN, che traccia lo stato di conservazione delle specie a rischio, la segnala come vulnerabile, perché le sue popolazioni selvatiche stanno rapidamente sparendo. Tra i rischi per la sua sopravvivenza, oltre a quelli "classici" (prima di tutto la distruzione del suo habitat), l'IUCN indica anche come questo animale sia vittima del commercio internazionale: le lontre dalle piccole unghie vengono prelevate dal loro habitat e rivendute come pet, animali domestici, in giro per il mondo.
Tra gli acquirenti più frequenti molti sono i locali giapponesi (il primo dal 2011) nei quali le lontre vengono lasciate circolare liberamente e la clientela può coccolarle, nutrirle o semplicemente godersi la loro compagnia. Secondo McMillan questo è un problema: questi animali non sono addomesticati, e il fatto che vengano trattati come tali (e la conseguente diffusione sui social di materiale che li celebra come animali da compagnia) rischia di far credere il contrario alla gente - che a quel punto vuole una lontra domestica, ed è disposta ad acquistarne una a caro prezzo e nonostante il commercio sia vietato.
I pericoli dei pet esotici. Gli studi di McMillan sono partiti dalle lontre, ma si sono allargati fino a scoprire numeri spaventosi. Analizzando dieci diverse regioni dell'Asia, la ricercatrice ha scoperto 406 "caffè di animali", il 27% dei quali ospita animali esotici appartenenti a 252 specie di rettili, uccelli e mammiferi. Di queste 234 sono specie considerate a rischio dall'IUCN: numeri che potrebbero sottostimare il vero problema, visto che molti locali preferiscono non pubblicizzare la propria attività su Internet.
Lo studio spiega che si tratta di specie che spesso hanno necessità alimentari e mediche particolari che i proprietari dei locali non sono in grado di fornire, e che nella maggior parte dei casi non è stato possibile risalire alla fonte dell'acquisto - un'indicazione che si tratta di specie ottenute illegalmente. C'è poi l'ulteriore considerazione che, trattandosi di animali, potrebbero scappare dal luogo dove sono ospitati e ritornare selvatici, rivelandosi specie invasive che possono anche diventare vettori di malattie che possono trasmettersi alle specie locali, e nei casi più estremi anche all'uomo, con conseguenze potenzialmente disastrose e che abbiamo imparato a conoscere molto bene nell'ultimo anno.