Avremmo preferito di no, ma gli eventi degli ultimi anni stanno facendo tornare il pericolo nucleare sulla bocca di tutti: non è un caso se uno dei film di maggior successo degli ultimi anni è Oppenheimer, che racconta la storia di come gli scienziati del Progetto Manhattan inventarono la bomba atomica. C'è chi sostiene che l'Antropocene, l'epoca dell'uomo nella quale viviamo, non sia iniziata 10.000 anni fa con l'invenzione dell'agricoltura, ma meno di un secolo fa, quando le prime esplosioni nucleari negli anni cambiarono irreversibilmente il corso della Storia. Che, come racconta uno studio pubblicato su PNAS Nexus, possiamo ora leggere in un "libro" inaspettato: i gusci delle tartarughe e testuggini che vivono in zone dove le bombe atomiche sono state fabbricate o testate.
le tartarughe e i test nucleari. Il team che ha condotto lo studio, composto in gran parte da scienziati del Los Alamos National Laboratory, ha lavorato su quattro tartarughe appartenenti a quattro specie diverse: una tartaruga verde (Chelonia mydas), una tartaruga del deserto (Gopherus agassizii), una testuggine di fiume (Pseudemys concinna) e una tartaruga scatola comune (Terrapene carolina); non si trattava di animali vivi ma di esemplari raccolti tra gli anni '50 e gli anni '80 del secolo scorso, in quattro diversi siti di produzione di materiale nucleare o di test per la detonazione della bomba, tre negli Stati Uniti (Utah, Tennessee e Georgia) e uno nelle Isole Marshall.
L'analisi ha riguardato i gusci di questi quattro esemplari, che nel corso della loro formazione assimilano diversi elementi presi dall'ecosistema (suolo, acqua e poi piante). E poiché i loro gusci crescono in cerchi concentrici di dimensioni sempre maggiori, un po' come fanno gli anelli degli alberi, è stato possibile non solo scoprire tracce di isotopi dell'uranio (conseguenza dell'attività nucleare), ma anche ricostruirne la storia nel corso dei decenni.
gli Isotopi radioattivi e l'ecosistema. Grazie a questa analisi, il team ha potuto ricostruire la "storia nucleare" dei quattro siti di produzione o detonazione, e capire qualcosa di più anche sugli effetti a lungo termine di queste attività. Ovviamente, la concentrazione di isotopi nei gusci delle tartarughe era più alta in corrispondenza dei periodi di produzione o in quelli successivi a una detonazione controllata, ma la presenza di uranio persiste anche negli anni, e nonostante i tentativi fatti nel tempo di "ripulire" i siti e bonificarli da ogni traccia nucleare. Un dettaglio interessante è che gli isotopi ritrovati nei gusci delle tartarughe erano in concentrazioni troppo basse per creare problemi agli animali stessi, la cui salute non è stata influenzata dalla vicinanza ai siti.
Lo studio servirà come base per ricostruire la storia nucleare del nostro Pianeta, e anche per capire meglio come gli isotopi radioattivi si muovono all'interno dell'ecosistema, passando dal suolo e dall'acqua a piante e animali.