È una specie di lotta tra Davide e Golia. Balene, squali e mante inseguono per tutti gli oceani prede piccolissime per nutrirsene, e quando ne avvistano i banchi fanno pantagrueliche scorpacciate. Perché questa dipendenza? Enormi predatori che si concentrano sulle prede più piccole: come fanno a soddisfare un corpo così grande animali così piccoli? Come e perché si è evoluto questo comportamento?
Il plancton, dice Simone Panigada, vicepresidente dell'Istituto Tethys, è una risorsa abbondante e diffusa negli oceani. È ricco ed è presente in concentrazioni enormi, quando lo si trova. Inoltre è meno sfuggente di altre prede, ed è più soggetto alle correnti. Una volta iniziata, evolutivamente, la strada del gigantismo, il plancton diventa la fonte di cibo migliore per tutti. Inoltre le acque marine sostengono il peso del corpo meglio della terraferma e permettono, come accade alle balene, un aumento di dimensioni mai raggiunto nella vita sulla Terra. Le enormi dimensioni, infine, sono un'arma contro la caccia da parte di predatori marini. Anche se sono lenti, uccidere uno squalo balena o una manta non è facilissimo. Come spesso accade nell'evoluzione, non esiste una sola causa scatenante di un particolare comportamento, ma tutta una serie di concause che contribuiscono a spingere una specie verso un determinato adattamento. Che sia stata prima la voglia di plancton o la necessità di difendersi dai predatori, fatto sta che la maggior parte dei grossi animali marini si nutrono di grandi concentrazioni di piccolissime specie.