L'aumento delle temperature medie sta provocando danni a più o meno tutte le specie viventi del pianeta, ma l'impatto della crisi climatica non è uguale per tutti, e più andiamo avanti a studiare come gli ecosistemi stanno rispondendo all'emergenza più scopriamo che ci sono gruppi che se la passano meglio e altri che invece sono nel pieno di una crisi esistenziale.
Reazioni diverse. L'ultimo clamoroso esempio arriva dalla California, in particolare dal deserto del Mojave: uno studio pubblicato su Science, cominciato ai primi del Novecento e conclusosi solo in questi anni, dimostra che gli abitanti del deserto stanno reagendo all'aumento delle temperature in maniera molto diversa; se infatti gli uccelli sono declinati rapidamente nell'ultimo secolo, i mammiferi continuano a cavarsela senza grossi problemi.
Abbiamo in parte barato parlando di uno studio cominciato ai primi del Novecento: la nuova ricerca è stata condotta negli ultimi due anni, ma si basa anche su dati raccolti all'inizio del secolo scorso dal naturalista Joseph Grinnell, che per anni esplorò il deserto del Mojave documentando tutte le sue osservazioni, e identificando tutte le specie (in particolare uccelli e mammiferi) che ci abitano. Dai tempi di Grinnell a oggi la temperatura media del Mojave è aumentata di circa 2 °C: il team guidato dall'ecologo Eric Riddell dell'Iowa State University ha così confrontato le popolazioni attuali con quelle di un secolo fa, potendo avvalersi di una documentazione sterminata (Grinnell, a quanto pare, era estremamente preciso nel suo lavoro).
Conferme. Già negli anni passati, due studi hanno dimostrato che alcune specie di uccelli del Mojave sono in declino a causa dell'aumento delle temperature; lo studio di Riddell e colleghi conferma questa tendenza, ma rivela anche che i piccoli mammiferi non stanno subendo il riscaldamento globale allo stesso modo – anzi.
A fronte di un calo della diversità di specie di volatili che in alcune zone raggiunge il 40%, i mammiferi (in particolare quelli più piccoli come ratti, topi e chipmunk) stanno benissimo: di 34 specie considerate, tre sono in declino, 27 sono stabili e quattro sono addirittura in crescita numerica.
Dipende dalle abitudini. Stando allo studio, per mantenere una temperatura stabile gli uccelli devono spendere il triplo dell'energia necessaria ai mammiferi; la differenza è dovuta alle abitudini di vita: mentre gli uccelli studiati (per esempio il gheppio americano e il falco delle praterie) passano gran parte della giornata esposti al sole, i piccoli mammiferi la trascorrono sotto terra, dove fa più fresco, e tornano in superficie solo di notte.
Non è un caso che le uniche tre specie di mammiferi in declino sono quelle (per esempio il topo Peromyscus eremicus) che vivono in aree dove il terreno è piatto e non fornisce abbastanza ombra dove nascondersi durante il giorno.