Animali

Contrariamente a quello che credevamo, la capacità di migrare degli storni è innata, non la imparano

Uno studio sulle abitudini migratorie degli storni smentisce un'ipotesi accettata da settant'anni: gli storni non imparano a migrare, è una capacità innata.

Gli storni sono uccelli migratori che affascinano gli ornitologi da sempre, sia perché sono in grado di percorrere migliaia di chilometri durante i loro viaggi sia perché i loro percorsi (spesso interamente all'interno dell'Europa) li rendono relativamente facili da studiare rispetto ad altri uccelli che attraversano l'oceano.

"Nati imparati". Già settant'anni fa questi uccelli furono il soggetto dell'esperimento di un biologo olandese, Albert Perdeck, che voleva capire se il loro comportamento migratorio fosse innato oppure imparato dagli esemplari più esperti. Al tempo, i risultati suggerirono che la risposta fosse la seconda, ma un nuovo studio pubblicato su Biology Letters, che ha rianalizzato i dati di Perdeck confrontandoli con altri che al tempo non erano disponibili, dimostra invece il contrario: gli storni nascono che sanno già migrare, non hanno bisogno di copiare.

Cosa fece Perdeck. L'ambizioso esperimento di Perdeck venne ripetuto più volte tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso: il biologo catturò migliaia di esemplari di storni che vivevano in Olanda, e li spostò a bordo di un aereo in Svizzera e in Spagna, marcandoli per poterli poi ricatturare e studiarne le rotte migratorie. Perdeck scoprì che gli adulti si rendevano conto di essere stati spostati e modificavano la loro rotta per tornare sul percorso a loro noto, mentre i giovani si adattavano, continuando nella loro direzione originaria e arrivando in destinazioni diverse da quelle dov'erano giunti i loro genitori.

Al tempo, questi risultati vennero interpretati nel modo più logico visti i dati a disposizione: gli storni giovani si uniscono a stormi già formati e imparano così da loro la nuova rotta da seguire; in fondo, l'importante è arrivare in un luogo adatto allo svernamento, non per forza in quello dove si trova la tua famiglia.

Il problema dell'eredità. Il team che ha condotto il nuovo studio ha deciso di rivisitare i dati di Perdeck confrontandoli con altri che al tempo non erano a sua disposizione: quelli relativi alle popolazioni svizzere e spagnole di storni. Il confronto ha dimostrato che ci sono grosse differenze tra i percorsi seguiti dai giovani storni di Perdeck e quelli delle popolazioni locali: questo significa che gli esemplari "dislocati" dal biologo non avevano seguito altri stormi, ma si erano costruiti una rotta tutta nuova (e altrettanto efficace).

Volo notturno. D'altra parte, si legge nello studio, abbiamo scoperto di recente che gli storni volano di notte: come farebbero i giovani a seguire i loro nuovi amici senza vederli? Il comportamento migratorio di questi uccelli è dunque ereditato per via genetica dai genitori, non imparato sul campo: questo, dicono gli autori dello studio, potrebbe essere un pericolo per la conservazione degli storni, perché un comportamento del genere è meno flessibile e adattabile a cambiamenti troppo rapidi – come quelli causati dall'attività umana.

10 luglio 2024 Gabriele Ferrari
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