Quando di giorno fa troppo caldo, molti animali preferiscono starsene tranquilli all'ombra e aspettare che le temperature si abbassino per uscire allo scoperto in cerca di cibo. Il problema è che la condizione di "troppo caldo" si verifica sempre più spesso: l'aumento delle temperature globali sta spingendo sempre più specie a rivedere le proprie strategie di sopravvivenza e di conseguenza le proprie abitudini – un cambio di paradigma che però non è sempre sostenibile.
Lo studio. Un esempio lampante di questo fenomeno è rappresentato dal cambiamento di abitudini dello stambecco delle Alpi, una delle specie più caratteristiche delle nostre montagne che, si legge in uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, sta rapidamente trasformandosi in un animale notturno perché, di giorno, ha troppo caldo. E non è detto che questo cambio radicale di abitudini faccia bene a questa capra.
Animale diffuso. Considerato a rischio minimo dall'IUCN, Capra ibex, cioè lo stambecco, è una capra selvatica ancora relativamente diffusa su tutto l'arco alpino, e che negli ultimi decenni in particolare ha conosciuto un piccolo boom di popolazione dopo essere andato vicino all'estinzione (a causa della caccia) alla fine dell'Ottocento. Ancora oggi non è difficile osservarlo in montagna, soprattutto tra Piemonte e Val d'Aosta: ed è proprio qui che è stato effettuato questo studio, nel Parco del Gran Paradiso.
Lo studio è nato da una semplice considerazione: di notte, gli stambecchi vivono in altura; di giorno, invece, scendono più verso valle in cerca di erba fresca da brucare. Il problema è che i loro habitat sono sempre più caldi, e le temperature diurne, soprattutto in estate, si fanno sempre meno sopportabili. Per scoprire la risposta degli stambecchi a questo cambiamento, il team dell'università di Sassari ha "taggato" e seguito gli spostamenti di 47 esemplari dal 2006 al 2019.
Il futuro è buio. Quasi quindici anni di osservazioni hanno mostrato al team la risposta degli stambecchi al troppo caldo: anno dopo anno, hanno spostato l'orario delle loro incursioni a valle sempre più tardi, diventando animali attivi prevalentemente di notte. Il problema, dice lo studio, è che in questo modo aumentano le loro probabilità di incontrare predatori (soprattutto lupi), e il buio riduce la loro capacità di individuarli per tempo e fuggire. Secondo gli autori, la strategia di spostare il proprio orario di attività verso la notte non è sostenibile a lungo termine, proprio perché senza la luce del sole gli stambecchi non sono attrezzati a difendersi.
Il rischio, quindi, è che nel giro di pochi anni un animale considerato "in salute" possa ritrovarsi in pericolo, e tutto perché di giorno fa troppo caldo.