Animali

Se uno scimpanzé resta orfano poi ne soffre per tutta la vita

Uno scimpanzé che ha perso la madre durante l'infanzia avrà meno successo riproduttivo da adulto: lo dice un nuovo studio.

L'essere umano ha il periodo di svezzamento più lungo di tutto il regno animale: anche dopo lo svezzamento vengono accuditi e nutriti dai genitori, che li accompagnano e li aiutano a volte per tutta l'adolescenza. Il nostro è un primato condiviso solo da alcuni, perdonate il gioco di parole, primati, primi fra tutti gli scimpanzé; ma cosa succede se uno scimpanzé perde la madre, che è il genitore che si prende cura di lui durante l'età dello sviluppo?

Un nuovo studio del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology dimostra che, proprio come vale per noi esseri umani, anche gli scimpanzé rimasti orfani ne soffrono le conseguenze per tutta la vita: si riproducono meno e hanno meno figli.

30 anni al Tai. Lo studio è il risultato di 30 anni di osservazioni condotte su tre comunità di scimpanzé che vivono nel Tai National Park, in Costa d'Avorio: Catherine Crockford, la prima autrice del lavoro, ha tenuto un accurato registro demografico delle tre comunità e ha condotto test di paternità su tutti i nuovi nati, scoprendo che gli esemplari maschi che hanno perso la madre dopo lo svezzamento ma prima dell'età adulta raggiungono più tardi l'età riproduttiva, e fanno in media meno figli rispetto ai maschi che sono rimasti con la madre fino al raggiungimento della maturità sessuale.

 

Il dubbio. I risultati dello studio possono sembrare prevedibili, ma nascondono in realtà una domanda molto più interessante. Gli scimpanzé, infatti, hanno con le loro madri un tipo di rapporto che si chiama "dipendenza prolungata": già quando hanno quattro o cinque anni sono in grado di procurarsi il cibo da soli, ma ciononostante passano ancora qualche anno (fino a quando non ne hanno 10 o 11) sempre in compagnia della madre.

Perché lo fanno, se non ne ricevono benefici diretti? E perché se rimangono orfani, per esempio, a sette anni il loro sviluppo ne risente, anche se sono teoricamente già in grado di sopravvivere da soli. A riguardo ci sono un paio di ipotesi, entrambe da testare: la prima dice che stanno con la madre per continuare a imparare da lei, che conosce una lunga serie di trucchi e trucchetti per procurarsi il cibo migliore o apparentemente irraggiungibile (per esempio il miele in un alveare). L'altra idea è che la dipendenza prolungata consenta loro di acquisire le capacità che serviranno per sopravvivere in una società complessa e competitiva come quella degli scimpanzé.

30 settembre 2020 Gabriele Ferrari
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