Gli scimpanzé parlano, dice un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports. Non fatevi ingannare da questa semplificazione, però: non stiamo suggerendo che questi primati siano capaci di esprimersi in inglese fluente come se fossimo in un capitolo della saga del Pianeta delle scimmie. Lo studio propone invece un'ipotesi più complessa e meno sensazionalistica, ma non meno affascinante: l'idea che solo il cervello umano sia in grado di articolare suoni dando loro un significato potrebbe essere falsa, il che getterebbe una luce nuova sugli studi sull'origine del linguaggio.
Rivelazioni dal passato. Lo studio è basato su vecchi video di dominio pubblico, come quello che vedete qui sopra, e persino su un vecchio film per la TV degli anni Sessanta.
Ma facciamo un passo indietro: finora si supponeva che solo gli umani avessero la capacità di modulare i suoni che emettono in modo da dare loro un significato – parlare, insomma. E si supponeva anche che ai nostri parenti più stretti, come gli scimpanzé, mancasse qualcosa che permettesse loro di vocalizzare, o come scrivono gli autori dello studio di "accoppiare volontariamente i movimenti della bocca con la vocalizzazione e la modulazione dei suoni". In questi video, invece, si vedono due diversi scimpanzé che pronunciano la parola "mamma".
Tutti gli umani sono "mamma". "Mamma" (e le sue varianti nazionali) è una delle prime parole pronunciate dai bambini umani, perché il suono "m" è quasi sempre il primo o uno dei primi che vengono imparati: la sequenza "m + vocale + m" ("mom" in inglese, per esempio) è facile da imparare e produrre anche per un neonato. E anche per gli scimpanzé: i protagonisti dei video, raccontano le cronache dell'epoca, chiamavano tutti gli umani "mom", perché sapevano che in cambio avrebbero ottenuto (o speravano di ottenere) una qualche ricompensa.
Vale la pena segnalare, comunque, che quelli nei video sono scimpanzé cresciuti in cattività: nel loro ambiente naturale, questi primati preferiscono i gesti alle vocalizzazioni. Resta comunque il fatto che sono in grado di impararle, e di usarle per uno scopo: secondo gli autori, è la dimostrazione che le origini del linguaggio sono molto più antiche di quanto pensassimo, e che la nostra capacità di articolare pensieri complessi con la voce sia stata costruita su fondamenta esistenti anche nei nostri parenti più stretti.