Se pensate che gli escrementi siano utili tutt'al più come fertilizzanti non avete idea di che cosa sia capace la natura: gli insetti, per esempio, sono maestri nell'arte del riutilizzo di questa "poco nobile" materia. La rivista dello Smithsonian Institution, il più importante istituto di istruzione e ricerca degli Stati Uniti, fa alcuni notevoli esempi: ci sono insetti che usano le feci come materiale da costruzione, cibo, arma di difesa, strumento per comunicare e addirittura nursery per le larve.
Per legittima difesa. Tra gli insetti non è raro usare i propri escrementi come arma di difesa: la strategia più comune è quella di rilasciare con un getto le proprie deiezioni in direzione del predatore. È il caso di alcune cicale, delle larve di Manduca (un lepidottero) o delle sputacchine, così chiamate a causa della caratteristica massa schiumosa che producono e nella quale vivono.
Altre specie scelgono di ricoprirsi di escrementi, o anche di ricoprirci le uova. È il caso della Lilioceris merdigera, che ha un nome adeguato alle sue abitudini: così come altri insetti della stessa famiglia, i Crisomelidi (un tipo di coleottero), la L. merdigera defeca sulle uova per nasconderle ai predatori e più in generale per proteggerle dall'ambiente. Qando nascono, le larve provvedono da sole a ricoprirsi di escrementi che, asciugandosi, formando una sorta di guscio protettivo.
Nursery per larve. Gli scarabei stercorari sono celebrati in innumerevoli documentari, per la loro tenacia nel fare rotolare "fino a casa" voluminosi agglomerati fatti con lo sterco altrui. Nella loro tana sotterranea, nelle palle di cacca gli scarabei depongono anche le uova, di modo che gli escrementi fungano sia da calda nursery sia da cibo per i piccoli, quando nasceranno.
Cacche nutrienti. La coprofagia è la regola per molte termiti e scarafaggi. Nutrirsi dei propri escrementi e di quelli di altri individui della stessa specie è vantaggioso da più punti di vista: le feci sono fonte di vari nutrienti - enzimi, fibre e azoto, che viene usato per formare aminoacidi e quindi proteine - oltre che di microrganismi utili all'insetto. Attraverso gli escrementi, gli insetti si assicurano così una fornitura di batteri importanti per i loro processi digestivi.
Per le termiti è importante, in particolare, la cosiddetta trofallassi proctodeale (il passaggio di liquidi dall'ano di un donatore alla bocca di un ricevente): in questo modo si garantiscono lo scambio di dei microrganismi simbionti che consentono la digestione della cellulosa.
È un'azione indispensabile, perché durante la muta perdono questi microrganismi e per reintegrarli devono riceverli da un donatore.
Per le termiti, le feci sono anche materiale da costruzione: trasformate e rigurgitate diventano una sorta di cartone usato per sigillare le fessure del termitaio e costruire passaggi e tramezzi. Non sono gli unici insetti a usare gli escrementi in questo modo (lo fanno anche falene, mosche e coleotteri), ma sono le più fantasiose.
Quando la natura chiama. Alcuni di questi comportamenti contribuiscono alla buona salute della comunità. Per esempio, gli escrementi delle termiti Coptotermes formosanus, che gli insetti sistemano sulle pareti del nido, fanno da substrato per la crescita di batteri Streptomyces, un genere di Attinomiceti, batteri gram-positivi aerobi. Gli Streptomyces producono sostanze antifungine che proteggono il nido dagli attacchi di funghi entomopatogeni (usati in agricoltura per la lotta biologica contro gli afidi).
Le formiche Lasius niger, invece, depositano fuori dai loro nidi ogni tipo di rifiuto, dai residui di cibo ai corpi delle compagne morte, ma defecano in casa, addirittura in zone precise e circoscritte, come se si trattasse di toilette.
Un comportamento che non è mai stato spiegato in modo convincente, anche se l'ipotesi prevalente è ancora quella della difesa da organismi patogeni.
Dalla cacca all'antibiotico. Questa capacità degli insetti di sfruttare gli escrementi anche come antisettici ha messo in moto nuovi filoni di ricerca, per trovare nuove armi contro i batteri patogeni dell'uomo - almeno per quelli che si sono evoluti in superbatteri, ossia resistenti agli antibiotici.
Uno studio pubblicato a luglio di quest'anno, ad esempio, dimostra che le feci delle larve della tignola grigia della farina (Ephestia kuehniella) mostrano di avere una spiccata capacità anti-microbica, probabilmente dovuta alla presenza in esse del batterio Enterococcus mundtii, capace di inattivare un'ampia varietà di batteri patogeni.
Non è facile prevedere quali sviluppi potranno avere ricerche di questo genere, né in quanto tempo si otterranno risultati utili - se arriveranno. È comunque possibile che, oltre alle proteine, dagli insetti ricaveremo prima o poi anche nuovi farmaci.