Barkley Canyon è una vallata sottomarina al largo dell'Isola di Vancouver, in Canada, molto apprezzata da chi si occupa di biologia marina perché ricca di forme di vita, e dunque sede ideale per esperimenti di ogni tipo. Un team dell'Università di Miami, per esempio, vi ha di recente installato un sonar, che periodicamente emette un segnale: lo scopo dello strumento è scoprire come reagisce la fauna locale, soprattutto pesci e invertebrati.
Quello che il team non si aspettava è che il sonar diventasse un segnale per il pranzo per un gruppo di elefanti marini che vivono qui e hanno imparato a identificare l'area intorno al sonar come un comodo buffet. Il loro comportamento è stato documentato in uno studio pubblicato su PLOS One, e anche da un video che potete vedere qui sotto.
Come i Beach Boys. Il gruppo di ospiti imprevisti è composto da otto elefanti marini settentrionali, che sono stati battezzati Brian, Dennis, Carl, Mike, Al, David, Blondie e Bruce. Magari li avete riconosciuti: si tratta dei nomi dei membri dei Beach Boys, una scelta dovuta al fatto che questi animali usano le "good vibrations" emesse dal sonar sottomarino per individuare le loro prede.
Sonar che, come detto, si trova nell'area per tutt'altri motivi: scoprire la risposta della fauna locale a segnali di vario genere, tra cui quelli acustici emessi dallo strumento. Ogni volta che il sonar emette un impulso, varie specie di pesci e invertebrati vi si affollano intorno, e gli elefanti marini hanno capito il collegamento e hanno imparato a sfruttarlo.
Un comodo buffet. Il vantaggio di andare a caccia intorno al sonar è duplice: non solo l'impulso attira prede a intervalli regolari, ma l'area è illuminata da faretti per permettere alle telecamere di riprendere quello che succede. La luce, però, disturba i pesci, e li rende quindi più facili da catturare per gli elefanti marini. Inoltre, questi animali sono stati osservati anche mentre praticavano un'altra attività: ogni tanto fanno dei rapidi pisolini sul fondale (il più lungo registrato è durato otto minuti), probabilmente per recuperare le energie, prima di nuotare in superficie per respirare.