Il momento più importante per la storia della vita sulla Terra non è stato esattamente un momento, ma un periodo - relativamente breve - durante il quale sono comparsi per la prima volta la maggior parte dei gruppi animali oggi esistenti. L'esplosione del Cambriano è cominciata circa 541 milioni di anni fa, e i 10-20 milioni di anni successivi hanno dato un'accelerata decisiva all'evoluzione della vita; ancora oggi troviamo tracce fossili di fauna cambriana che non conoscevamo, e che ci regalano nuove prospettive su quel periodo. È il caso del ritrovamento raccontato in questo studio pubblicato su Royal Society Open Science: il fossile di un artropode primitivo risalente proprio all'esplosione cambriana, e di dimensioni (quasi) mai viste, che gli hanno fruttato il nome di Titanokorys gainesi.

Il tesoro di Burgess. Il luogo migliore dove scavare per andare in cerca di nuove tracce dell'esplosione cambriana si trova in Canada, nella British Columbia, vicino alla città di Field e al monte Burgess. In quella zona si trova un deposito di argillite che risale al Cambriano medio, tra i 513 e i 500 milioni di anni fa: l'argillite di Burgess, o "Burgess shale" se preferite l'inglese, è, grazie alla capacità dell'argilla di conservare le tracce fossili praticamente intatti, uno scrigno di fossili antichissimi, scoperto all'inizio del Novecento e riscoperto dalla comunità paleontologica negli anni Ottanta, quando studi più approfonditi identificarono i resti nascosti nella roccia come appartenenti a forme di vita molto primitive e dall'aspetto per noi bizzarro. La maggior parte di questa fauna era di piccole dimensioni, e difficilmente raggiungeva i 10 cm di lunghezza; ecco perché il Titanokorys gainesi spicca così tanto.
Grande, ma non grandissimo. Il Titanokorys appartiene all'ordine dei radiodonti, artropodi primitivi "esplosi" durante il Cambriano ed estintisi poi nel Devoniano, circa 400 milioni di anni fa. Molti di questi avevano dimensioni ridotte, e il nuovo fossile, con i suoi 50 cm circa di lunghezza, li avrebbe eclissati. Titanokorys è però in buona compagnia: erano radiodonti anche Anomalocaris, uno dei fossili più famosi di Burgess, che raggiungeva anche lui il mezzo metro, e soprattutto Aegirocassis, che con i suoi due metri di lunghezza era, al tempo, l'animale più grosso del mondo. Titanokorys resta comunque uno dei fossili più grossi mai scoperti a Burgess, e un animale decisivo anche per modellare il suo ecosistema: la sua forma appiattita suggerisce che vivesse sul fondale, e che lo "arasse" con il suo carapace, probabilmente in cerca di cibo.