L'altruismo tipico delle specie eusociali (i gruppi animali altamente organizzati e con una divisione di operaie infertili, come quelli di termiti, formiche o api) è legato alla genetica molto meno di quanto si credesse. Una ricerca giapponese pubblicata su Science Advances contraddice alcune precedenti teorie, che vedevano nella cooperazione "spinta" di queste società animali un'espressione della vicinanza genetica e della volontà di assicurarsi la propagazione dei propri geni.
In base allo studio, il grado di parentela in queste specie influisce soltanto in minima parte sullo sviluppo della socialità nel nido. Gli individui che si riproducono più facilmente e che diffondono il proprio patrimonio genetico non sono quelli che vivono "in famiglia", ma quelli che traggono vantaggio dalla cooperazione all'interno del nido, un meccanismo di aiuto reciproco che, proprio perché vantaggioso, si auto-alimenta.
Diversa organizzazione. Un team dell'Università dell'Hokkaido ha studiato il comportamento di cinque aggregazioni di un tipo di imenottero, il Lasioglossum baleicum (comunemente noto come ape del sudore) in altrettanti nidi nell'isola più settentrionale del Giappone. Per ogni nido c'erano due tipi di comunità diversamente organizzate. Una in cui più api operaie badavano alla prole di un'ape regina, e una in cui la regina-madre si occupava direttamente della prole.
Le api adulte sono state taggate e seguite mentre facevano provviste: le femmine parte di nidi cooperativi sono uscite in cerca di cibo molto più spesso di quelle nei nidi solitari. In questo secondo caso, la comunità è rimasta più frequentemente sguarnita di femmine adulte e di conseguenza più facilmente esposta ai predatori (plotoni di formiche). In altre parole, le femmine adulte e solitarie possono lasciare il nido soltanto per brevi periodi di tempo, mentre i nidi cooperativi sono difesi in modo più efficiente.
Il contesto ideale. Ogni individuo-femmina delle società altruistiche di api risulta avere un fitness (ossia un successo riproduttivo, o la capacità di diffondere i propri geni alle generazioni successive) maggiore rispetto a alle singole femmine nei nidi "familiari". Per gli scienziati, il 92% di questo successo riproduttivo è dovuto ai benefici della cooperazione - disponibilità di cibo, difesa dai predatori - e solo per la parte rimanente, alla affinità genetica con il resto della colonia.
I risultati sottolineano quanto la cooperazione, un tratto distintivo anche delle comunità umane, contribuisca ad accrescere il successo riproduttivo degli individui altruistici all'interno di un gruppo.