Animali

I gatti sanno dove ci troviamo anche se non ci vedono

I gatti hanno la capacità di tenere traccia della posizione del padrone anche quando non lo vedono. Come fanno?

Avete mai provato a giocare a nascondino con un gatto? Non è facile non farvi beccare, e non solo perché in quanto umani siamo grossi e ingombranti; i felini domestici sembrano avere un superpotere, una straordinaria capacità di tenere traccia dei nostri movimenti anche quando non ci vedono, e di sapere sempre dove siamo.

La prova in un esperimento. Se conoscete la sensazione potete consolarvi, perché non è la vostra immaginazione che vi spinge ad attribuire al vostro animale poteri che non ha: i gatti sono davvero in grado di seguirci ovunque anche quando non ci vedono, e sanno sempre dove siamo. Lo dimostra un esperimento condotto da Saho Takagi, dell'università di Kyoto, che ha messo alla prova la cosiddetta cognizione socio-spaziale di 50 gatti; i risultati sono pubblicati su PLOS One.

È da quasi trent'anni che sappiamo che i gatti possiedono una capacità cognitiva chiamata permanenza degli oggetti: sono in grado cioè di tenere a mente l'esistenza di un oggetto anche se non lo vedono - per esempio, se stanno seguendo una preda e questa scompare dietro un muro, i gatti sanno che è lì, e che prima o poi rispunterà (e se non lo fa sanno dove andarla a cercare). Finora però tutti gli esperimenti a riguardo sono stati basati sulla vista; Takagi e i suoi colleghi hanno invece investigato il ruolo dell'udito.

Il test. Per farlo hanno messo i soggetti dell'esperimento in una stanza con due porte e una finestra, e ci hanno posizionato dietro una serie di altoparlanti, dai quali i ricercatori potevano riprodurre a comando una serie di suoni legati alla vita sociale dell'animale: la voce del suo padrone, la voce di uno sconosciuto, il richiamo di un altro gatto, e come controllo una serie di generici rumori senza alcun significato.

Dopodiché è partito il concerto: ogni suono veniva riprodotto (una o più volte di fila) in uno dei tre altoparlanti, e poi spostato in uno degli altri. È proprio quest'ultimo passaggio che ha sorpreso i gatti, che hanno reagito a questo "teletrasporto" con confusione e un po' di preoccupazione. Il motivo è quella che si chiama cognizione socio-spaziale: i gatti tracciano una mappa mentale del loro territorio - un intero appartamento, o nel caso dell'esperimento una singola stanza - e  usano l'udito per tenere traccia dei movimenti delle altre creature che lo condividono con loro (umani o gatti).

In altre parole, se il gatto è in sala e voi siete in bagno e fate rumore muovendovi, l'animale capisce immediatamente dove vi trovate.

Non tutti i rumori sono uguali. Ecco perché, quando durante l'esperimento la voce del padrone veniva spostata all'improvviso e senza rumori intermedi che ne segnalassero i movimenti, i gatti hanno reagito con stupore e confusione. Va anche aggiunto che i gatti hanno avuto la stessa reazione, ma molto più moderata, quando a venire teletrasportata era la voce di un umano sconosciuto o quella di un altro gatto, a dimostrazione che non tutti i rumori sono uguali e ugualmente interessanti per i felini.

24 novembre 2021 Gabriele Ferrari
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