Anche gli animali più belli e leggiardi possono nascondere segreti orribili. Prendete per esempio le farfalle della sottofamiglia Danainae, a cui appartengono alcune delle specie più spettacolari del mondo, tra cui la famosa monarca: nonostante il loro aspetto quasi fatato, alcune non si fanno problemi a darsi al cannibalismo quando ne hanno la necessità. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Ecology, che racconta il caso di alcune specie di Danainae che vivono in Indonesia e i cui maschi sono stati visti grattare la pelle dei loro stessi bruchi per nutrirsi dei succhi che ne fuoriescono - e tutto questo solo per fare colpo sulle femmine.
Dal latte al cannibalismo. In inglese le farfalle di questa sottofamiglia sono chiamate "milkweed", in riferimento alle piante erbacee del genere Asclepias - anch'esse chiamate milkweed, cioè "erba del latte", un nome che deriva dalla sostanza liquida e biancastra che emettono quando vengono spezzate. È un composto ricco di alcaloidi, tossici per gli esseri umani, che le farfalle assorbono senza problemi e utilizzano come base per la produzione di ulteriori sostanze.
Queste a loro volta servono come protezione dai predatori, ma anche per sintetizzare feromoni che servono per "sedurre" le femmine. Solitamente, quindi, le Danainae grattano le piante di erba del latte e suggono la sostanza che ne fuoriesce; ma Yi-Kai Tea (Università di Sydney) ha assistito, mentre conduceva ricerche nella riserva naturale di Tangkoko Batuangus, in Indonesia, a uno spettacolo lievemente diverso: le stesse farfalle che, invece di grattare le piante, riservano il trattamento ai loro stessi bruchi.
Il procedimento è lo stesso applicato alle piante: i maschi grattano la pelle dei bruchi, e si piazzano di fronte alle ferite nutrendosi di quello che ne fuoriesce - una sostanza che contiene anche gli stessi composti dell'erba del latte, della quale i bruchi stessi si nutrono: cannibalizzarli, per i maschi, ha lo stesso effetto del mangiarsi le secrezioni delle piante.
Mangiare i bruchi per farsi belli. Secondo gli autori dello studio, che hanno osservato almeno sette specie diverse di Danainae mettere in atto questo comportamento, quello che succede è che i maschi sono attirati dall'aroma dell'erba del latte, e quando arrivano in loco trovano che le piante sono già state in parte mangiate dai bruchi - i quali sono a quel punto ripieni della stessa sostanza di cui i maschi sono in cerca. Sempre secondo il team, il liquido che fuoriesce dal corpo di un bruco è più ricco in alcaloidi di quello che esce da una pianta, ed è per questo che, messi di fronte alla scelta, i maschi preferiscono usare i loro piccoli per, diciamo così, farsi belli agli occhi (o ai recettori chimici) delle femmine.