Quando si parla di estinzioni si tende a ragionare in termini di singole specie ("il panda rischia di estinguersi", "i capodogli sono a rischio") o in certi casi di gruppi ("gli insetti stanno per sparire"). Raramente si prende in considerazione la stretta interdipendenza tra esseri viventi molto lontani dal punto di vista tassonomico, e quindi il fenomeno delle estinzioni a cascata: la scomparsa di una specie può causare l'estinzione di altre specie a loro collegate dal punto di vista ecologico.
Per la prima volta, un modello creato dal JRC (Joint Research Center) della Unione europea ha provato a simulare come andranno le cose nei prossimi anni dal punto di vista delle estinzioni, considerando non solo quelle primarie ma anche quelle a cascata; e i risultati, pubblicati su Science Advances, non sono rassicuranti.
Terre virtuali. Giovanni Strona e Corey Bradshaw, i due autori dello studio (se conoscete l'inglese, su You Tube c'è il secondo che racconta la ricerca), hanno usato un supercomputer per costruire una serie di modelli ecologici basati sulle differenti previsioni climatiche per i prossimi anni, da quelle più ottimistiche a quelle più catastrofiche.
Queste Terre virtuali sono state popolate con migliaia di specie di vertebrati, interconnesse tra loro a formare cica 15.000 differenti reti trofiche (o reti alimentari): in questo modo, i modelli possono simulare non solo il fato delle singole specie, ma di tutte le specie a loro interconnesse. Per esempio: l'estinzione di una preda può avere effetti negativi sul suo predatore, mentre quella di una pianta a causa della deforestazione può sottrarre una fonte di cibo a un parassita. Tutti gli esseri viventi del pianeta hanno legami di questo tipo, e quello di Strona e Bradshaw è il primo tentativo di prenderli in considerazione quando si parla di estinzioni, seppur "solo" su specie di vertebrati virtuali.
Peggio del previsto. La prima cosa che i modelli hanno confermato, se ce ne fosse ancora bisogno, è che la Terra attuale è nel pieno della sua sesta estinzione di massa. La seconda è che finora tutte le nostre stime sul tasso di estinzione si sono rivelate troppo ottimiste, non avendo tenuto in considerazione l'effetto cascata dell'estinzione di animali e piante: secondo il modello, entro il 2100 ci saranno il 34% di co-estinzioni in più di quante previste finora anche dai modelli più pessimisti.
In totale, il modello prevede che entro il 2050 la Terra perderà dal 6 al 10% delle sue specie viventi, e dal 13 al 27% entro la fine del secolo. In particolare, le previsioni al 2100 che tengono conto della co-estinzione prevedono il 34% di estinzioni in più rispetto ai vecchi modelli che non la prendevano in considerazione. Insomma: secondo Strona e Bradshaw, finora abbiamo addirittura sottovalutato l'impatto dei cambiamenti climatici sui tassi di estinzione.