Su un albero di quello che oggi è il Myanmar, all'incirca 99 milioni di anni fa, un cugino degli attuali ragni gambalunga visse il migliore e il peggiore giorno della sua vita (cit. Michael Greshko).
Proprio sul più bello, forse nel preludio dell'atto sessuale, il povero esemplare di Halitherses grimaldii rimase intrappolato in una goccia di resina caduta all'improvviso, con un pene lungo quanto la metà del proprio corpo in piena erezione. Un vero spreco per l'animale (non un ragno ma un aracnide dell'ordine degli Opilionidi), una fortuna per i ricercatori che l'hanno descritto come uno degli esempi meglio conservati di peni animali incastonati nell'ambra.
morto solo. Della partner, nel fossile, non c'è traccia: i due amanti furono divisi da un tragico incidente o forse l'erezione fu solo il frutto degli ultimi spasimi di morte del ragno, il quale - a differenza di altri maschi di aracnidi e scorpioni, che trasferiscono lo sperma nella femmina con arti modificati - vantava un pene vero e proprio, eretto dalla pressione sanguigna.
Gioiello di famiglia. Ma le abitudini sessuali del poveretto non sono l'unico dato interessante che emerge dal fossile. Questi aracnidi "superdotati", le cui dimensioni corporee non superano in genere i 7 mm, esistono da almeno 400 milioni di anni, e il loro studio può rivelare particolari importanti sulla diffusione delle specie animali durante la separazione delle placche terrestri. Ma differenziarli è molto difficile, e qui entra in gioco il pene.
In bella mostra. Con una certa ironia, l'evoluzione ha nascosto le principali differenze tra una specie e l'altra proprio nell'estremità maschile, che mai come in questo caso si era mostrata con tanta evidenza. «In questi animali, il pene è spesso più importante della forma degli arti e del corpo», conferma Jason Dunlop, primo autore dello studio.
Nuova famiglia. Quello dell'Halitherses grimaldii presenta un tronco sottile, un glande a forma di cuore e un'estremità che pare attorcigliarsi su se stessa: caratteristiche molto diverse da quelle degli Opilionidi conosciuti: l'aracnide morto durante i preliminari apparterrebbe, quindi, a una nuova, distinta famiglia di grandi amatori.