Pur essendosi estinto quasi 4 milioni di anni fa, il megalodonte continua a esercitare un fortissimo fascino: è (stato) il più grande squalo mai esistito (sull'argomento potete leggere un approfondimento qui), e viene naturale confrontarlo con il suo equivalente odierno, lo squalo bianco. È proprio quello che fa un nuovo studio pubblicato sul Journal of the Royal Society Interface, che analizza la forma delle scaglie di una serie di squali (estinti e ancora vivi) per calcolarne la velocità di nuoto, in particolare durante la caccia.
Il segreto dei denticoli. Abbiamo scritto "scaglie" ma in realtà le strutture cutanee che ricoprono il corpo degli squali assomigliano di più a denti, tanto che vengono chiamati "denticoli". Sono strutture a forma di V che servono a questi pesci per nuotare meglio: riducono infatti l'attrito e la turbolenza dell'acqua nella quale nuotano, permettendo loro di muoversi più rapidamente e silenziosamente.
Ogni specie di squalo ha i denticoli di una forma specifica e l'ipotesi dietro allo studio era che questo abbia un effetto sulla loro efficacia nel migliorare il nuoto dell'animale. Partendo dallo studio dei fossili di Megalodon, e dai dati che abbiamo sulle specie viventi di squalo, il team ha potuto creare un modello che stima la loro velocità sulla base dei denticoli e di altre caratteristiche fisiche (forma del corpo, peso…).
Il più veloce? Nessuno dei due… I risultati ci dicono che il megalodonte era più veloce dello squalo bianco, ma non di tanto: nuotava infatti a 5.9 metri al secondo, mentre il suo discendente si ferma a 5.7 – per fare un paragone con noi umani, Usain Bolt raggiungeva e superava i 12 metri al secondo.
Vince il mako. Entrambi i giganti dei mari, peraltro, vengono battuti da un altro squalo, il mako, che si guadagna il titolo di "selace più veloce del mondo" con i suoi 10.5 metri al secondo. Secondo gli autori dello studio, i risultati non sono solo una curiosità, ma potranno essere applicati anche ad altri animali estinti, e magari anche sfruttati in ingegneria per creare strutture idrodinamiche.