Nonostante le perplessità espresse dalla comunità scientifica, diversi gruppi di ricerca nel mondo, dalla Russia, alla Cina, agli Usa, stanno cercando la strada genetica per ridare vita ai mammut (Mammuthus primigenius), estinti dopo l'ultima era glaciale.
Il più vicino a realizzare l'impresa sembra sia il team americano della Harvard University, con il progetto Woolly Mammoth Revival. «Il nostro primo passo sarà quello di dare vita a un elefante con numerosi tratti di mammut: stiamo infatti per creare un embrione di "elefante-mammut", e siamo abbastanza sicuri di riuscirci in un paio di anni», ha dichiarato George Church, coordinatore del progetto. Non sarebbero dunque veri e propri mammut lanosi, ma elefanti con elementi genetici dei loro antichi parenti.
Quanto mammut c'è in te. Il gruppo di Church lavora con il patrimonio genetico degli elefanti asiatici (Elephas maximus), che già contengono alcuni geni distintivi della specie estinta. Ma se "il primo passo" avrà successo, Church prefigura un obiettivo molto più ambizioso: la de-estinzione del mammut.
Il progetto è iniziato nel 2015 con l'estrazione di frammenti di DNA da resti congelati recuperati nel permafrost siberiano. Al momento i ricercatori hanno inserito 45 geni di mammut in cellule di elefante per dimostrare, con successo, che la tecnica funziona: «Sappiamo già lavorare sulle orecchie, sul grasso sottocutaneo, sul pelo e sul sangue», afferma Church.
Utero artificiale. Ora si tratta di prendere cellule della pelle dell'elefante asiatico e, grazie a una tecnologia di ingegneria genetica (la CRISPR/Cas9), inserire nel loro nucleo geni del mammut lanoso e far sì che proliferino fino a dare vita a un elefante ibrido. Il gruppo di lavoro ha dichiarato che lo sviluppo dell'embrione verrà affidato a un utero artificiale, con una tecnica già sperimentata su embrioni di topi, piuttosto che cercare una portatrice tra gli elefanti asiatici. Secondo il ricercatore «sarebbe irragionevole mettere a rischio una femmina di elefante per tentare di riportare in vita una specie in via di estinzione».
Il lavoro di Church e del suo team solleva preoccupazioni circa l'utilizzo di geni di specie estinte da migliaia di anni per riportarle in vita o per dare vita a specie ibride. Alle critiche, però, Church risponde che il suo lavoro servirà anche per garantire la sopravvivenza anche di specie oggi in via di estinzione.