Vi piacciono i gatti, ma non potete viverci accanto perché appena arrivano a “tiro di naso” iniziate a starnutire, lacrimare e a grattarvi perché la pelle vi si riempie di strane bolle? Questa notizia potrebbe cambiarvi la vita. Entro il 2007, infatti, saranno in commercio i primi 500 gatti che non causano reazioni allergiche nei loro padroni. A “realizzarli” sarà un’azienda californiana che già due anni fa aveva iniziato la “produzione in serie” di mici anallergici con complessi interventi di ingegneria genetica. Strada troppo complicata e presto abbandonata per seguire quella degli incroci di razze diverse.
La proteina che fa starnutire.
L’allergia al pelo di gatto è in realtà un’allergia a una proteina – chiamata FEL D1 – presente nel pelo ma anche nella saliva, nelle urine e nelle ghiandole sebacee dei nostri amici felini.
«Da molto tempo sappiamo che esistono in natura alcuni gatti che producono minime quantità di FEL D1» spiega Robert Wood, direttore del Dipartimento di Allergologia Pediatrica e di Immunologia presso la Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora (Usa).
L'azienda ha sottoposto i gatti a screening genetici per identificare gli animali innocui, allevarli e farli riprodurre. Il risultato è una popolazione felina in grado di non scatenare asma e altri disturbi del genere.
Test allergenici
Per testare i gatti di si è scelta la strada più semplice, quella empirica. Soggetti sensibili al pelo di gatto sono stati esposti prima agli animali anallergici e poi a un gruppo di controllo di gatti “normali”. La differenza in termini di starnuti e arrossamento degli occhi era ben visibile.
Gatti costosissimi
Gli scienziati però mettono in guardia: le allergie, per quel che sappiamo, variano molto nel tempo. La riduzione nei gatti della concentrazione di FEL D1 potrebbe pertanto non mettere al riparo i soggetti più sensibili, che così non trarrebbero giovamento dal micio anallergico. Se a questo si aggiunge che gli animali “innocui” sono molto costosi (tra i 5 e i 10.000 euro circa), viene da dire che forse è meglio sopportare qualche starnuto.