Il rospo, se molestato, può secernere veleno: in questo modo un eventuale predatore che lo stringe in bocca sente un bruciore fortissimo ed è costretto a lasciarlo andare. Il veleno (le cosiddette bufotossine) è prodotto da ghiandole situate nella pelle dorsale e agisce sul cuore e sul sistema nervoso del predatore. È in grado di uccidere un uomo ma a patto che sia iniettato in quantità uguale a quella secreta da 10 rospi, altrimenti provoca solo una leggera irritazione sulla pelle. Dalla parte ventrale del rospo, invece, viene emesso un altro veleno, incolore, viscido, dall’odore aromatico e dall’azione paralizzante, che forma un sottile strato schiumoso di colore biancastro (anch’esso non ha effetti nocivi sull’uomo). L’urina del rospo invece viene erroneamente ritenuta velenosa: in realtà è composta da urea, come quella dei mammiferi. Altri anfibi tropicali (i Dendrobatidi) sono molto più velenosi e producono la batracotossina, uno dei veleni più potenti del regno animale.