Sì, la riduzione delle dimensioni medie nelle specie più pescate è un fenomeno diffuso. La pesca eccessiva degli esemplari più grossi determina infatti la sopravvivenza dei pesci più piccoli, che sono meno fertili. Si tratta di una vera “selezione artificiale”, perché favorisce caratteristiche che in natura risulterebbero svantaggiose, come appunto le dimensioni ridotte. Recupero. Tuttavia la tendenza si può forse invertire. Uno studio di David Conover dell’Università Stony Brook negli Stati Uniti ha monitorato per dieci anni la pesca selettiva in base alle dimensioni della specie Menidia menidia (una sorta di piccola aringa) al largo di Long Island, osservando che dopo 5 anni la taglia dei pesci era diminuita. Nei 5 anni successivi, dopo l’introduzione del divieto di pesca, le dimensioni dei pesci e la popolazione sono lentamente aumentate. La selezione naturale ha ripreso a funzionare, favorendo gli individui più grossi e più fertili. Fra le specie più minacciate c’è il merluzzo del Nord Atlantico, anche se sarebbe necessario un divieto di pesca di almeno 60 anni per il pieno recupero della specie.