Una volta sperimentate sulle zanzare le tecniche di "gene drive", potrebbe venire la tentazione di usarle per eliminare anche altre specie “fastidiose”. Ecco cosa succederebbe.
Squali. Non si verificherebbero più i rari attacchi all’uomo. Ma “crollerebbe” la piramide alimentare. Fondamentali per l’equilibrio dell’ambiente marino, sono predatori super efficienti, al vertice della catena alimentare: la loro scomparsa causerebbe l’esplosione demografica delle prede, che esaurirebbero le loro risorse alimentari.
Serpenti. Questi rettili, invece, quasi mai sono al vertice della catena alimentare, e per l’uomo sono più un pericolo (morsi ecc.) che un vantaggio (un po’ di cibo, un po’ di pelli...). Ma sono importanti come cibo per rapaci (e manguste).
Topi. L’idea di farne a meno è allettante. Purché ci si limiti al ratto delle chiaviche, o surmolotto (Rattus norvegicus). Senza questo vettore di germi avremmo meno malattie infettive, eviteremmo danni a manufatti, cibi, cavi telefonici... Neppure i gatti si lamenterebbero: sono in difficoltà a competere con questi terribili inquilini dei sotterranei cittadini.
Scarafaggi. Di loro potremmo fare certamente a meno. Soprattutto della Blattella germanica, che ha conquistato il mondo e ha iniziato a vivere negli interstizi delle case, nutrendosi dei cibi o dei rifiuti abbandonati. La sua “inutilità” è dovuta al fatto che questa specie ha perso ogni rapporto col suo ambiente naturale. Una sola conseguenza negativa: meno lavoro per le compagnie di disinfestazione.