Animali

Che cos'è il drago di Komodo e quanto è pericoloso

L'opsite più pericoloso (e in pericolo) del Parco Nazionale di Komodo è un lucertolone dal corpo massiccio, lunghi artigli e un morso che non dà scampo: il drago di Komodo, un sauro predatore temibilissimo. Che può attaccare anche l’uomo.

Il drago di Komodo (Varanus komodoensis), noto anche come varano o varano di Komodo, è uno dei più temibili e letali animali che vivono sulla terra.

Per capire il perché, basta trovarselo davanti: un lucertolone lungo tre metri, coperto da squame, con lunghi artigli e lingua biforcuta che saetta dalla bocca, capace di attaccare prede grandi come un bufalo. O un uomo.

Il drago di Komodo sembra un mix tra una creatura delle leggende medievali e un dinosauro. Un feroce predatore che domina foreste e zone fluviali dell’isola indonesiana di Komodo, da cui prende il nome, e delle altre isole dell’arcipelago della Sonda. Ecco alcune curiosità su di lui.

Quanto pesano i draghi di komodo?

Da un punto di vista scientifico è il più grande dei sauri (sottordine di cui fanno parte lucertole, gechi, iguane). Raggiunge i 3 metri di lunghezza, ma è più facile vederne esemplari di 2 metri. Anche il peso è considerevole: un adulto si aggira intorno agli 80 kg, raramente supera i 100.

Dimensioni e apparenze non devono ingannare. I varani di Komodo sono animali agili e veloci, in grado di attaccare prede da 450 kg.

La velocità del drago di Komodo

È forse il più attivo tra i rettili predatori, può percorrere fino a 10 km al giorno in cerca di cibo, e anche se si muove in genere lentamente, a 5 km/h, può compiere scatti fulminei e raggiungere velocità di 18-20 km/h. Per questo motivo, avvicinarsi a meno di 10 metri è molto, molto pericoloso.

Parco Nazionale di Komodo - Drago di Komodo
Il varano corre con il corpo ben sollevato da terra. Arriva a 20 km/h, anche se per brevi tratti.

Come attacca. L’arma segreta del drago di Komodo è il morso, con cui inocula nella vittima un mix letale di batteri e veleno. La sua tecnica di caccia è efficacissima: attacca cinghiali, cervi, bufali, esseri umani. Resta in agguato, si camuffa, aspetta e si avvicina lentamente per poi scattare e afferrare la preda per una zampa. I suoi denti aguzzi e seghettati sono fatti per lacerare la carne.

Fa cadere la vittima, poi le salta al collo, le squarcia l’addome. E comincia a divorarla avidamente, facendola a pezzi, serrando le mascelle e dando forti strappi con la testa: il drago di Komodo può consumare in un pasto una quantità di carne pari all’80% del proprio peso. Della carcassa non rimarrà nulla, nemmeno ossa e zoccoli.

Morte lenta. Se anche la preda riuscisse a fuggire, basta che il drago sia riuscito a morderla per non lasciarle scampo. Nella saliva del lucertolone, infatti, vivono 50 ceppi di batteri che, in 1-2 giorni, avvelenano il sangue della vittima fino a ucciderla.

Così i varani seguono il fuggitivo per chilometri finché i batteri non fanno il loro dovere. Oppure continuano ad attaccare, anche per giorni.

Parco Nazionale di Komodo - Drago di Komodo
Il varano fa saettare la lingua biforcuta per cercare il cibo: la lingua sente le molecole di sostanze odorose nell’aria. Così il sauro trova, per esempio, le carcasse di animali morti. Di notte, si ripara in tane sotterranee. E in un nido nel terreno la femmina depone le uova.

Cannibali. I draghi di Komodo sono così famelici che attaccano anche gli esemplari più giovani della loro stessa specie. E non disdegnano gli animali morti: sono gli “spazzini” del loro ambiente. L’olfatto li guida sul cibo: sentono l’odore della carne a 5 km di distanza, esplorando l’aria con la lingua biforcuta che rileva le sostanze odorose. A volte i varani si avventurano nei villaggi: cercano capre e bovini, in alcuni casi hanno attaccato anche l’uomo. Non a caso, in passato gli indigeni ne parlavano come di draghi divoratori di uomini e animali: all’inizio del ’900, i coloni europei diffusero la leggenda del “mostro”. Nel 1912 gli scienziati riuscirono a esaminare il primo esemplare. Ma non a togliergli la fama sinistra che lo circonda.

Parco Nazionale di Komodo - Drago di Komodo
Il varano di Komodo è il più grande dei sauri (sottordine di cui fanno parte lucertole, gechi, iguane). Ne restano 5.000 esemplari. Oggi sono protetti dalla caccia, ma restano a rischio per la distruzione del loro ambiente e la diminuzione delle prede. © Contrasto

Come vivono i draghi di Komodo. Si muovono tra sterpaglie, boschi (i giovani restano sugli alberi per non farsi mangiare dagli adulti) e fiumi (i draghi di Komodo possono anche nuotare, per rinfrescare il corpo).

Di notte, i draghi di Komodo si riparano in tane sotterranee. E in un nido nel terreno le femmine depongono le uova.

Vivono a lungo, fino a 65 anni, anche se da “anziani” hanno uno stile di vita sedentario: sembrano sempre mezzi addormentati, si cibano principalmente di carogne ed è facile difendersi dal loro attacco.

I Draghi di Komodo sono a rischio estinzione.

I varani non vivono soltanto a Komodo, ma anche a Flores, e su alcune altre delle Piccole Isole della Sonda, in Indonesia. In tutto ci sono meno di 5.000 esemplari e la specie è definita vulnerabile ed è inserito nella Lista rossa IUCN.

La specie è considerata a rischio perché le femmine in grado di riprodursi sono solo 350. Per salvaguardare il drago il 6 marzo 1980, 37 anni fa, è stato istituito il il Komodo National Park, o Parco Nazionale di Komodo.

Partenogenesi. Altre curiosità riguardano la riproduzione. Il drago di Komodo è uno dei rettili in cui le femmine possono dare origine ai figli senza accoppiarsi. Quando accade, però, nascono solo maschi. E di solito avviene in cattività. In genere, invece, l'accoppiamento avviene tra maggio e agosto e le uova vengono deposte in settembre. Queste ultime, circa una ventina, vengono deposte in nidi abbandonati di megapodio, uccelli che costruiscono grossi nidi con mucchi di vegetazione marcescente, o in cavità scavate appositamente.

I giovani draghi di Komodo sono molto vulnerabili e per questo motivo trascorrono gran parte del tempo sugli alberi, fino a circa l'età di tre anni, al sicuro dai predatori e dagli adulti cannibali.

Antibiotici. Ma l'aspetto più curioso del drago di Komodo risiede nel suo sangue. Un recente studio della George Mason University in Virginia (USA), pubblicato su The Journal of Proteome Research, ha scoperto che il sangue di questi sauri è ricchissimo di composti che potrebbero essere utilizzati come antibiotici.

Come detto, la loro saliva è un mix di veleno e batteri letali. Curiosamente però, i draghi di Komodo sembrano resistere ai morsi degli altri draghi. Molti animali, non soltanto i draghi di Komodo, sono dotati di proteine ​​note come peptidi antimicrobici (AMP) che fungono da armi contro le infezioni. Ma se le AMP dei draghi di Komodo sono così forti da proteggere dai batteri degli altri draghi, devono essere particolarmente potenti. E potrebbero essere una promettente fonte di principi attivi su cui costruire nuovi ed efficaci antibiotici.

6 marzo 2017
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