È il sogno di chiunque, dal 1993 a oggi, abbia visto Jurassic Park: trovare da qualche parte del vero DNA di dinosauro, e poterlo utilizzare per... be', lì dipende dall'immaginazione di ciascuno, ma non veniteci a dire che l'idea di riportare in vita un dinosauro estinto usando il suo materiale genetico non vi affascina almeno un po' - a dispetto di tutti gli avvertimenti di quella Cassandra di Ian Malcolm/Jeff Goldblum di Jurassik Park. Comunque, al momento non siamo in grado di farlo e forse non lo saremo mai, ma intanto abbiamo trovato (forse) il primo pezzo del puzzle: un po' di DNA di dinosauro, perfettamente conservato e potenzialmente leggibile e quindi ricostruibile.
Il dubbio c'è. Il "forse" è perché questo studio pubblicato su Communications Biology, su di una serie di microfossili di dinosauro, ritrovati in Cina, che conterebbero materiale genetico perfettamente conservato, non ha convinto del tutto la comunità scientifica.
Il dinosauro in questione, ahinoi, non è un T. rex o un altro degli iconici animali del film di Steven Spielberg, ma una creatura molto più modesta: un Caudipteryx, un piccolo dinosauro (circa 80 cm di lunghezza) vissuto in Cina durante il Cretaceo superiore, tra 100 e 66 milioni di anni fa. I resti studiati dal team cinese, composto da ricercatori dell'Institute of Vertebrate Paleontology and Paleoanthropology di Pechino e dell'Institute of Geology and Paleontology di Shandong, non sono ossa fossilizzate, ma cartilagine: un tessuto che, si legge nello studio, «ha caratteristiche uniche che favoriscono la preservazione del materiale nucleare».
Come nel pollo. I campioni di cartilagine sono stati studiati nel dettaglio, e la loro struttura confrontata con quella delle cellule di un discendente di Caudipteryx: una gallina. L'analisi ha rivelato la presenza, nella cartilagine di dinosauro, di microstrutture molto simili ad altre presenti nella cartilagine di pollo: si tratta di cromatina, cioè un ammasso di DNA, RNA e proteine che si forma nel nucleo durante il periodo di duplicazione del DNA stesso.
Se le osservazioni pubblicate nello studio dovessero rivelarsi corrette, potrebbe essere possibile ricostruire la struttura del DNA conservato nella cartilagine di Caudipteryx, anche se questo dipende da quanto il materiale genetico fossilizzato sia leggibile. Prima di pensare al come, però, bisogna controllare che le microstrutture individuate dal team siano davvero DNA. Alida Ballieul, una delle autrici dello studio, che già nel 2020 aveva scoperto qualcosa di simile, ha spiegato che «quello che vediamo ci dice che ci sono quasi sicuramente molecole organiche conservate nella cartilagine, ma non sappiamo con certezza se sia DNA o meno».
O torto, o ragione. Le immagini al microscopio elettronico mostrano quelli che sembrano essere nuclei cellulari, ma è più difficile che a conservarsi siano stati anche i cromosomi, e quella che sembra cromatina potrebbe essere semplicemente un frammento di roccia che si è formata durante la fossilizzazione della cartilagine. Oppure potrebbe essere davvero DNA: come ha commentato Ballieul, «potrei avere torto, ma potrei anche avere ragione».