L'essere umano non è l'unico animale sociale sul Pianeta, e in questi tempi di quarantena e distanziamento sociale ci si potrebbe chiedere: come reagiscono i nostri "colleghi di socialità" a situazioni estreme come una pandemia? La domanda è stata oggetto di uno studio pubblicato sul Journal of Animal Ecology della British Ecological Society, che si è concentrato su un mammifero estremamente sociale: il pipistrello Desmodus rotundus, altresì noto come vampiro.
Le domande a cui il primo autore Sebastian Stockmaier e il suo team hanno provato a rispondere sono: come reagisce questo animale all'arrivo della malattia nella sua comunità? E come si comporta quando ad ammalarsi è un familiare?
La società dei vampiri. La scelta del vampiro come caso di studio non è casuale: questo pipistrello è uno degli animali più sociali del mondo, con un'intricata rete di relazioni intra ed extra-familiari e sul comportamento del quale già in passato sono stati condotti studi approfonditi, scoprendo per esempio che i vampiri sono altruisti e capaci di condividere il loro cibo con uno sconosciuto affamato.
Per capire come questi pipistrelli rispondono alla malattia, che è un evento distruttivo per il tessuto sociale quanto lo è la fame, Stockmaier ha studiato una colonia di vampiri di Panama, iniettando alcuni di loro con un estratto batterico innocuo per la salute ma in grado di attivare comunque il sistema immunitario e generare sintomi analoghi a quelli di una vera patologia – in altre parole ha creato nella comunità il terrore della malattia senza realmente infettare nessuno.
Distanza sì, ma non dalla famiglia. I risultati dell'esperimento sono in linea con quello che ci si aspetterebbe da un animale sociale. I vampiri, infatti, riducono il più possibile le interazioni sociali non necessarie con gli esemplari malati (per esempio il grooming - un "rito" che alcuni animali praticano anche per motivi igienici oltre che sociali, ndr), ma non fanno altrettanto con quelle essenziali (per esempio la condivisione del cibo); isolamento, dunque, ma non a scapito della sopravvivenza dei membri del gruppo.
Non solo: i vampiri applicano il social distancing agli esemplari al di fuori della famiglia, mentre per quel che riguarda i familiari non cambiano il loro comportamento di una virgola, e non rinunciano neanche a gesti "inutili" come il grooming. Chissà quanto spesso si lavano le mani...