Il 6 aprile 2023, mentre correva tra i boschi della Val di Sole, in Trentino, un runner è stato ucciso, probabilmente da un orso bruno europeo (Ursus arctos). Lo verificherà l'autopsia in corso in queste ore.
Circa un mese prima (il 5 marzo), un uomo, che stava facendo un'escursione con il suo cane in Val di Rabbi (dunque in una zonaa vicina all'ultimo episodio), nei pressi di una malga, a circa 2.000 metri di altitudine, si è trovato faccia a faccia con un esemplare di orso. Il plantigrado l'ha aggredito, ma l'uomo, nonostante abbia riportato ferite e graffi, è riuscito a mettersi in salvo e chiedere aiuto.
Perché in questi anni sembra che gli attacchi verso l'uomo siano aumentati nelle nostre valli? Sono veramente così tanti gli orsi e quindi gli incontri con l'uomo sono diventati più frequenti? Abbiamo chiesto a Marco Antonelli, zoologo del WWF Italia, esperto di grandi carnivori, di spiegarci come dobbiamo comportarci se incontriamo un orso sul nostro cammino e quali sono gli strumenti di difesa che abbiamo a disposizione se ci aggredisce.
Diamo i numeri. «Dal 2014 a oggi, in Trentino, ci sono stati sette episodi di aggressione (inclusa quella del 5 marzo) verso l'uomo da parte di orsi», afferma Antonelli. «Innanzitutto bisogna chiarire che quello dell'orso verso l'uomo non è mai un attacco predatorio, ma un tentativo di difendere una risorsa, nella maggioranza dei casi la propria cucciolata.
Un'altra causa frequente dell'attacco all'uomo da parte di un orso è la presenza di cani non tenuti al guinzaglio: la legge prevede che nelle aree naturali gli animali domestici non vengano lasciati liberi», prosegue l'esperto.
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•Non seguite le tracce dell'orso: rispettate il suo bisogno di tranquillità.
•Se avvistate da lontano un orso, godetevi la scena: non tentate di avvicinarlo.
•Vicino alle baite, custodite gli avanzi dei pasti in modo che l'orso non possa raggiungerli.
•Quando attraversate boschi dove è segnalata la presenza di un orso, fate un po' di rumore camminando. L'orso ha sensi molto sviluppati, ed evita l'uomo quando ne avverte la presenza.
•Se l'orso si alza in piedi e annusa è solo per identificare meglio ciò che lo circonda, non è un segno di aggressività.
•Se incontrate dei cuccioli, allontanatevi con cautela ripercorrendo i vostri passi.
•Se lo incontrate a breve distanza, stare calmi e non allarmate l'orso gridando o facendo movimenti bruschi.
•Se opportuno tornate indietro lentamente, non correte. La corsa può indurre un inseguimento, come succede spesso con i cani.
•Per quanto vi possa sembrare bizzarro, siete voi a dover lasciare all'orso una via di fuga - un percorso sicuro per allontanarsi - altrimenti si sentirà in trappola...
La miglior difesa è la distanza. Tuttavia, anche se i casi di aggressione sono rari e generalmente collegati a un comportamento scorretto dell'uomo verso il plantigrado, è possibile che questo accada. Come difendersi? «Negli Stati Uniti sono molto diffusi gli spray anti-orso, venduti comunemente ai turisti come "assicurazione personale", senza bisogno di alcun tipo di autorizzazione. Si tratta di un prodotto simile allo spray al peperoncino usato anche in Italia per difendersi dai malintenzionati», spiega Antonelli.
Le bombolette anti-orso, però, si differenziano da quelle che usiamo comunemente per l'autodifesa perché contengono una percentuale di peperoncino molto più alta e una gittata più lunga, rappresentando un'arma pericolosa se finiscono nelle mani sbagliate.
In Italia. Nel nostro Paese questo prodotto, pur ampiamente diffuso nel resto del mondo, non solo non è in commercio, ma ne è vietato l'utilizzo, perché considerato alla stregua di un'arma.
Lo spray deve quindi sottostare alla legislazione che riguarda il porto d'armi, anche se le associazioni di tutela della natura, come il WWF, sono favorevoli alla liberalizzazione di questo deterrente da usare nei rari casi di aggressione da parte di un orso.
«Sarebbe molto utile usare questo spray come deterrente per evitare il contatto fisico con un orso, perché il peperoncino nebulizzato stordisce l'animale, infiammando occhi e mucose per una decina di minuti, dando il tempo alla persona di scappare, senza creare danni permanenti all'orso», conclude Antonelli.
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Su Storia in Podcast abbiamo raccontato la storia di Juan Carrito, l'orso bruno marsicano travolto da un'auto il 23 gennaio 2023 su una strada del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.