I mammut non erano solo bruni come spesso vengono rappresentati, ma ce n’erano alcuni anche rossicci e altri biondi.
A scoprire la colorazione dei lunghi peli dei bestioni preistorici sono stati alcuni scienziati tedeschi che hanno analizzato il DNA estratto dai resti di un esemplare siberiano vissuto 43.000 anni fa.
Il gene responsabile della “tintura” è il Mc1r, che ancora oggi controlla la colorazione del mantello di alcuni mammiferi.
Ma perché i mammut fossero di differenti colori non è chiaro. È molto improbabile, secondo gli esperti, che servisse all’animale per mimetizzarsi in ambienti diversi. Come avviene per esempio per i topolini della Florida che vivendo sulla spiaggia sono biondi per non essere visti dai predatori.
L’unico modo per non vedere un bestione grande come un elefante africano (alto quasi 3 metri), ricoperto di lunghi peli (di qualsiasi colore essi fossero) e con zanne lunghe 4 metri è forse che sia capace di diventare invisibile.
Foto: © Naturkundemuseum