Il termine “tarantella” è legato al nome di un ragno, la tarantola, il cui morso secondo antiche credenze scatenava violente crisi psicomotorie. I movimenti tipici di questa danza popolare infatti riproducono quelli attribuiti al morso di questo aracnide. Il ballo, accompagnato di solito dal suono di tamburelli a sonagli, serviva dunque a far uscire il tarantolato dallo stato di delirio in cui si trovava.
La Lycosa tarentula, il ragno presente nelle zone dell'Italia Meridionale in cui questa danza si diffuse, è velenosa, ma il suo morso, molto doloroso a causa della densità del veleno, è tendenzialmente innocuo, causando reazioni simili a quelle di una puntura di vespa, più accentuati con l'aumentare delle dimensioni del morsicatore, quindi con la quantità di veleno inoculata. Lunga circa 2.5 centimetri, la tarantola non costruisce ragnatele ma cattura le sue prede inseguendole.
Il vero "colpevole" del fenomeno del tarantolismo è invece il Latrodectes tredecimguttatus, detto malmignatta.
Secondo alcuni il termine “tarantella” potrebbe derivare anche da Taranto, la città dove forse nacque questo tipo di ballo.