Il gatto è la specie carnivora che maggiormente utilizza i segnali vocali per comunicare. Ci sono diverse ragioni che spiegano questo grande utilizzo della comunicazione vocale: in primo luogo i gatti sono animali sociali (anche se spesso viene detto il contrario) e come tali utilizzano i suoni per comunicare e raggrupparsi; inoltre sono animali notturni e in ambiente naturale vivono in habitat dove la visibilità è limitata e per questo necessitano di un sistema di comunicazione alternativo a quello visivo.
Ci sono molte variazioni nei richiami tipici emessi dal gatto e si possono suddividere in base a come il gatto li emette:
· suoni emessi con la bocca chiusa (come le fusa, il trillo, il cinguettio)
· suoni emessi con la bocca aperta che si chiude gradualmente (come i miagolii e il richiamo per l’accoppiamento)
· suoni emessi con la bocca aperta (questi sono per lo più legati all’aggressività: ringhio, miagolio, grugnito, soffio, sputo, strillo).
Un suono difficile da classificare è quello emesso da un gatto che, mentre è in casa, vede un uccellino fuori dalla finestra: è un misto tra battere i denti e il balbettare, con l’emissione di un verso molto particolare. Questo singolare comportamento sembrerebbe dovuto ad una sorta di “frustrazione” che prova il gatto alla vista di una preda irraggiungibile.