Quando diciamo "mi ha punto una zanzara" di solito ci riferiamo alla puntura di una specie in particolare, la Culex pipiens, la più diffusa nel nostro Paese. Le zanzare, però, sono molte di più: al mondo ne esistono più di 3.500 specie, molte delle quali endemiche di un certo territorio e spesso legate alla trasmissione di una malattia. È un problema non ancora diffuso a livelli preoccupanti in Europa, ma in Africa provoca centinaia di migliaia di morti ogni anno, la maggior parte dei quali finora causati dalla specie che trasmette la malaria.
Ora uno studio dell'università di Stanford, pubblicato in versione integrale su Lancet, suggerisce che il riscaldamento globale potrebbe nei prossimi anni colpire anche le zanzare, riducendo alcune popolazioni e portando all'esplosione di altre, e insieme a loro nuove patologie che potrebbero causare nuove crisi sanitarie. In particolare perché per alcune di queste malattie non vi sono trattamenti medici possibili, e anche perché modificare le strutture di sorveglianza sanitaria orientate alla malaria affinché siano in grado di riconoscere rapidamente e di gestire altre malattie, è più complesso di quanto si pensi.
Aedes e Anopheles. Al momento, la specie di zanzara più pericolosa dell'Africa subsahariana è l'Anopheles gambiae: la sua puntura può trasmettere la malaria, una malattia che mette a rischio la vita di oltre 200 milioni di persone nell'area e che solo nel 2018 ha fatto 400.000 vittime. Tutte le opere di prevenzione contro le punture di zanzare nella zona, quindi, si sono concentrate su questa specie, che è attiva di notte e contro la quale le popolazioni locali adottano una lunga serie di rimedi, dall'utilizzo di reti speciali all'irrorazione di insetticidi. Il problema di queste misure è che non sono altrettanto efficaci contro altre specie, per esempio la Aedes aegypti, che non trasmette la malaria ma è il potenziale vettore di numerose altre malattie, dalla febbre gialla alla zika, dalla febbre dengue alla chikungunya, e che a differenza dell'Anopheles è attiva di giorno.
Più caldo: bene o male? Le differenze tra le due specie prese a esempio nello studio non si limita ai ritmi circadiani. L'Aedes aegypti, per esempio, è più adatta dell'Anopheles gambiae a riprodursi in ambiente antropizzato, perché depone le uova in secchi, bottiglie e lattine vuote e persino pneumatici abbandonati; l'aumento dell'urbanizzazione in Africa le sta quindi favorendo, mentre è uno svantaggio per l'Anopheles che preferisce deporre le uova in pozze d'acqua di origine naturale.
C'è poi un problema di temperature: la malaria si trasmette meglio a 25 °C, mentre le patologie portate dall'Aedes attecchiscono meglio con temperature vicine ai 30 °C; questo significa che il riscaldamento globale sta creando, in Africa, un ambiente favorevole al declino delle zanzare che portano la malaria (che è una buona notizia) ma anche all'esplosione di quelle che portano molte altre patologie - e questa, per l'Africa, è una potenziale emergenza sanitaria da capire come gestire prima che sia troppo tardi.