Tutti gli animali hanno occhi (o strutture analoghe) per vedere il mondo a modo loro. Anche gli invertebrati più semplici, gli insetti più piccoli, persino le meduse, per il 99% composte da acqua, hanno cellule sensibili alla luce che servono appunto da occhi. Come vedono? Anche se molti animali hanno occhi simili ai nostri, oggi sappiamo che il nostro modo di vedere è unico in natura, condiviso solamente dalle scimmie antropomorfe e poche altre specie.
Ogni specie si è infatti evoluta sviluppando le caratteristiche visive più adatte al proprio habitat e stile di vita. Non si può dire che vedano meglio o peggio: vedono nel modo migliore per loro. Le talpe vedono bene da vicino e nel buio più completo delle loro tane; i cani non riconoscono i colori ma vedono bene nella penombra e al crepuscolo. Le mosche e gli insetti in genere non distinguono chiaramente le forme, ma vedono un numero maggiore di immagini fisse al secondo, 200 circa contro le 18 dell'uomo: per questo motivo, un movimento che a noi appare rapido per una mosca è invece composto da singole immagini fisse.
Il sistema visivo degli insetti è dunque ideale per sopravvivere alle insidie dei predatori (uomini con scacciamosche compresi), o per catturare al volo le prede.
L'occhio è una telecamera: la cornea e il cristallino (negli occhi dei vertebrati) sono lenti che, come un obiettivo, catturano le immagini e le mettono a fuoco. Le immagini sono poi proiettate sulla retina, assimilabile agli elementi sensibili di una videocamera. Nella retina dell'uomo ci sono due tipi di cellule sensibili alla luce, detti fotorecettori: i coni e i bastoncelli. I primi (che nell'uomo sono circa 6 milioni) si trovano prevalentemente al centro della retina e sono adatti alla visione diurna: si adattano alla luce e permettono di percepire i colori e distinguere i dettagli.
I bastoncelli (che nell'uomo sono circa 100 milioni) sono prevalentemente alla periferia della retina e servono per la visione notturna: sono molto più sensibili dei coni alla luce ma si "saturano" rapidamente quando aumenta e non permettono di percepire i colori né distinguere bene i dettagli.
Più la parte centrale della retina è sensibile, migliore è l'immagine inviata al cervello. Gli uomini, nei cui occhi coni e bastoncelli sono ben integrati, vedono meglio alla luce del giorno. Lupi e cani hanno invece una retina ricchissima di bastoncelli e perciò più adatta all'oscurità del crepuscolo e della notte, momenti in cui infatti cacciano.
Alta risoluzione. I rapaci hanno un punto centrale dell'occhio che funziona come un teleobiettivo e ingrandisce particolari di ciò che vede. La funzione d'ingrandimento è assicurata da una particolare area della retina, chiamata fovea, dove le cellule della visione sono molto concentrate. Se nell'uomo vi sono circa 200 mila coni per millimetro quadrato, nella fovea dell'aquila ve ne sono 1 milione e questo fa sì che l'immagine percepita dall'occhio del rapace abbia una parte centrale ingrandita di 2,5 volte e ad altissima definizione.
Diversi animali, inoltre, hanno occhi sensibili alla luce ultravioletta: è il caso di alcune farfalle - che grazie a questa caratteristica riconoscono i maschi dalle femmine - e delle api, che così vengono attratte dai fiori in cui alcune strutture si vedono solo agli ultravioletti. Altri animali sono invece sensibili agli infrarossi, per esempio i serpenti, che vedono le prede a sangue caldo grazie a recettori termici posti sotto gli occhi e che il cervello associa alla visione oculare.