Ogni anno, in tutto il mondo, i roditori si divorano circa 70 milioni di tonnellate di grano prodotto dall'uomo; e in questo banchetto a nostre spese, i topi sono sempre seduti a capotavola. La lotta tra l'essere umano e il topo è vecchia quanto i primi campi coltivati, e finora l'unica soluzione che abbiamo trovato, gatti a parte, (e che usiamo da millenni) per liberarci di questi animali sono i gatti oppure è l'uso di trappole – una volta meccaniche, ora basate su sostanze chimiche che, oltre a uccidere i topi, rischiano di fare danni anche al resto dell'ecosistema. Uno studio pubblicato su Nature Sustainability propone un metodo alternativo e, come si dice oggi, cruelty-free: ingannare i topi usando le loro stesse armi, nello specifico il loro olfatto.
Confusione e inganno. I topi non si limitano a invadere i granai e i magazzini per fare scorpacciata di cibo. Il vero problema si verifica quando attaccano direttamente il raccolto. La loro "preda" preferita è il grano, e c'è un periodo di circa due settimane tra la semina e la germinazione durante il quale il suo seme, ancora sottoterra in attesa di spuntare, emette un odore che attrae i topi, dotati di un olfatto potentissimo, anche da grandi distanze. Il team dell'università di Sydney è partito da una domanda: è possibile usare questo "potere" contro di loro, generando abbastanza confusione olfattiva da scoraggiarli? Per scoprirlo hanno usato due metodi. Il primo prevedeva di spruzzare ogni lotto di terreno nel quale era stato piantato del grano con un olio che aveva lo stesso odore dei semi in germinazione, ma 50 volte più concentrato. Il secondo, invece, di spruzzare lo stesso olio qualche giorno prima della germinazione.
Efficace e cruelty-free. Il primo metodo ha funzionato perché spargere l'odore indicatore su un'area più ampia permette di nascondere la posizione precisa dei semi: i topi scavano dove sentono il profumo, scoprono che sottoterra non c'è nulla, e dopo qualche tentativo ci rinunciano. Anche il secondo metodo ha funzionato, e per motivi analoghi: attratti dall'odore, i topi hanno cominciato a scavare prima che i semi venissero piantati; dopo qualche tempo hanno capito di essere stati ingannati e hanno smesso di provarci – non sapendo che i semi sarebbero arrivati di lì a pochi giorni. I risultati dell'esperimento, condotto su un lotto di terreno di 27 ettari, sono stati incoraggianti: il primo metodo ha ridotto i danni causati dai topi del 63%, il secondo del 74%, e in entrambi i casi non c'è stato bisogno di uccidere i roditori, o di inquinare l'ambiente con questo o quel veleno.