Anche le scimmie si riconoscono dalla faccia tra di loro e non usano la memoria ma alcuni neuroni specializzati. Con un processo che secondo alcuni scienziati statunitensi è molto simile al nostro.
Le scimmie sono in grado di riconoscere anche i volti umani. |
Ma come è possibile “memorizzare” tanti dati? Se lo sono chiesto alcuni scienziati dell’istituto Nazionale di Salute di Bethesda, nel Maryland (Usa), studiando a livello cerebrale il sistema di riconoscimento di alcune scimmie, il cui funzionamento è molto simile a quello umano.
Face to face
Nella parte del cervello denominata "corteccia inferotemporale" ci sono una serie di neuroni “addetti” al riconoscimento delle facce. Ma il loro funzionamento è ancora poco chiaro.
Gli scienziati hanno osservato il cervello di due scimmie (Macaca mulatta) mentre venivano mostrate loro una serie di foto di volti umani. Poi li hanno leggermente modificati e mostrati di nuovo agli animali. E hanno scoperto che i “neuroni del riconoscimento” delle scimmie si attivavano in particolar modo di fronte alle differenze anche leggere tra un’immagine e l’altra.
Le differenze che fanno la differenza
Lo studio, secondo gli scienziati, dimostrerebbe che non immagazziniamo nella nostra memoria i tratti somatici di tutte le persone conosciute per poi richiamarli al momento in cui ne incontriamo una. Ma, come fanno le scimmie, probabilmente procediamo per comparazione. In testa abbiamo un generico “archivio” di tratti somatici più comuni e frequenti, quando vediamo un volto lo paragoniamo alla media statistica che abbiamo in mente notando subito le differenze anche le più sottili. E sono proprio le differenze a determinare per noi quel volto e a farcelo riconoscere.
In altre parole riconosciamo una persona dalle caratteristiche che non ha in comune con le altre e riusciamo a farlo in una frazione di secondo. E senza "appesantire" la memoria.
(Notizia aggiornata al 6 luglio 2006)