Il doppio nome latino, che gli scienziati assegnano a ogni essere vivente, ha una funzione molto simile a quella svolta da nome e cognome: il primo dei due nomi si scrive sempre con l’iniziale maiuscola, è relativo al genere (cognome) ed è comune per gruppi anche ampi di animali o piante. Il secondo invece si scrive con l’iniziale minuscola, indica la specie (nome) ed è caratteristico solo di un certo tipo di individui, molto simili tra loro e in grado di accoppiarsi con successo. Quando viene scoperto un nuovo organismo, il cognome (vale a dire il genere) viene assegnato in base alle regole che definiscono la sua appartenenza al gruppo, mentre il nome (la specie) viene scelto direttamente dallo scopritore, e si tratta di solito di un termine di fantasia. A un dinosauro scoperto qualche anno fa, un fossile che risale al periodo Giurassico, è stato dato per esempio dato il fantasioso nome di Jurassosaurus nedegoapeferkimorum, costruito utilizzando le iniziali degli attori del film che Steven Spielberg ha tratto dal romanzo Jurassic Park, scritto qualche anno fa dallo statunitense Michael Crichton. Potrebbe però essere l’ultima volta che viene scelto un nome bizzarro o derivato da nomi propri. Negli ultimi anni infatti gli studiosi hanno deciso che è meglio preferire quelli derivati dalla geografia del luogo del ritrovamento o dalle caratteristiche dell’animale o della pianta. In alcuni casi poi, genere e specie sono uguali: succede spesso quando la specie è stata la prima descritta di quel genere. Capita per esempio per la gazza (Pica pica), la gazzella (Dama dama), o il tasso (Meles meles).