Come ogni altro animale: ingoiando il cibo e dirigendolo allo stomaco per la digestione. Il processo, però, non è così semplice.
Nel migliore dei casi, la bicefalia è causata dall’anomala biforcazione, in fase di sviluppo dell’embrione, della colonna vertebrale. Quello che fino al collo è un corpo normale, all’altezza del tubo digerente si divide in due. L’animale deve solo preoccuparsi di ingerire il cibo: l’unico stomaco del corpo riesce a sfamare ambo le teste.
Cervelli in competizione. Il solo inconveniente è l’eventuale competizione: avere due teste significa anche avere due cervelli, e non sono rari i casi in cui le due estremità si fanno… concorrenza spietata.
Va peggio agli animali in cui l’anomalia è più profonda, e oltre alle due teste anche gli altri organi interni sono doppi: in tal caso, ogni testa deve preoccuparsi di nutrire il proprio stomaco, e la competizione può portare anche all’autocannibalismo.
Per questo gli animali a due teste tendono ad avere una vita più breve rispetto agli esemplari “normali”. Con qualche eccezione: lo zoo di San Diego (Usa) ha ospitato per anni Thelma e Louise, un esemplare bicefalo di un serpente Elaphe obsoleta. In un ventennio, l’animale ha anche avuto 15 figli sani.