Quando e sotto quali spinte gli animali più grandi del pianeta hanno raggiunto le attuali dimensioni? Il dilemma sulla taglia delle balenottere azzurre (Balaenoptera musculus) e di altri cetacei giganti ha forse trovato una prima risposta. Secondo un gruppo di biologi evolutivi dell'università di Chicago, il gigantismo delle balene avrebbe subito una forte accelerazione negli ultimi tre milioni di anni.
Spilungone da poco. «Pensiamo alle balene come a creature giganti, ma se si considerano i 36 milioni di anni della loro storia evolutiva, sono così grandi da non più di un decimo di questo periodo», spiega Graham Slater, tra gli autori. Il ricercatore ha studiato con i colleghi i fossili di 63 balene estinte e di 13 specie viventi. Ha messo a confronto dimensioni e posizione nell'albero genealogico dei cetacei, elaborando modelli computerizzati su come si sia evoluto il gigantismo.
Più cibo, concentrato. Benché le dimensioni di questi animali siano gradualmente mutate nel tempo, le taglie esagerate di 10 metri e oltre (delle balenottere azzurre e di altre balene) si sarebbero raggiunte soltanto negli ultimi 2-3 milioni di anni, probabilmente per l'aumento di acque fredde e dense di nutrienti nelle regioni attorno alle piattaforme continentali, dovuto all'inizio della glaciazione nell'emisfero nord, circa 3 milioni di anni fa.
Il fenomeno climatico portò il cibo dei cetacei a concentrarsi in dense sacche, anziché distribuirlo uniformemente nei mari. Animali giganti con bocche altrettanto gigantesche possono sfruttare al massimo le riserve di plancton finché ci sono, e incamerare energia a sufficienza per nuotare verso le successive, che possono trovarsi anche a "mesi" di distanza.