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Come fa il boa a non strozzarsi quando mangia?

Ecco come il boa riesce a non auto-soffocarsi quando stringe una preda tra le spire o se la ingoia intera.

Il boa constrictor - anzi, Boa constrictor, il suo nome scientifico - è uno dei serpenti più famosi al mondo, la cui fama è dovuta soprattutto alle sue abitudini alimentari: è un animale molto paziente, che intrappola la preda nelle sue spire e la soffoca lentamente, inghiottendola poi senza preoccuparsi troppo delle sue dimensioni.

C'è una domanda fondamentale riguardo a questa strategia di caccia: come fa il boa a non soffocarsi da solo quando strozza la sua vittima? Infilarsi un grosso animale intero in gola, o avvolgerlo in tre metri di spire arrotolate, non rischia di soffocare del tutto il povero serpente?

Da Il piccolo Principe (1942), di Antoine de Saint-Exupéry - All'età di sei anni, il ragazzo [Antoine de Saint-Exupéry, n.d.r.] aveva letto di come un boa constrictor ingoia la sua preda e ha disegnato un serpente che ha ingoiato un elefante...
Da Il piccolo Principe (1942), di Antoine de Saint-Exupéry - All'età di sei anni, il ragazzo [Antoine de Saint-Exupéry, n.d.r.] aveva letto di come un boa constrictor ingoia la sua preda e ha disegnato un serpente che ha ingoiato un elefante. All'esterno era il disegno di un boa constrictor, ma gli adulti sostenevano che fosse un cappello. Agli adulti bisogna spiegare sempre tutto, quindi il ragazzo ha fatto un altro disegno: un boa constrictor dall'interno. Quindi gli adulti consigliarono al ragazzo di rinunciare a queste sciocchezze: secondo loro, avrebbe dovuto fare più geografia, storia, aritmetica e ortografia. Così il ragazzo ha abbandonato la sua brillante carriera di artista. Doveva scegliere un'altra professione: è cresciuto ed è diventato pilota [...].

Be', la risposta ovviamente è no, altrimenti i boa si sarebbero estinti, ma per alcuni la questione era scottante e vi si sono dedicati, così adesso uno studio pubblicato su Journal of Experimental Biology spiega perché il boa non muore soffocato. Per scoprire i segreti dietro al pasto del boa, e capire come faccia a non soffocarsi da solo quando stringe una preda, John Capano (Brown University di Providence, Rhode Island) e il suo team hanno organizzato un esperimento molto semplice, almeno sulla carta. Hanno preso un boa e l'hanno infilato in uno sfigmomanometro, dopodiché hanno alzato la pressione e osservato ai raggi X in che modo il corpo dell'animale reagisse alla compressione.

200 paia di costole! Hanno così visto che il segreto sta nelle costole: un boa ne ha circa 200 paia lungo tutto il corpo ed è in grado di controllarle singolarmente o quasi, "reclutando" solo quelle che gli servono in quel momento per respirare. Durante l'esperimento, lo sfigmomanometro è stato spostato lungo tutto il corpo dell'animale: quando era in prossimità della coda il boa usava le costole più vicine alla testa per espandere e contrarre i polmoni (e quindi respirare), mentre più si avvicinava alla testa più l'animale usava le costole "basse", vicine quindi alla coda.

Il controllo selettivo su alcune costole specifiche è dunque quello che permette al boa di non soffocare mentre sta consumando la preda.

E per camminare? Secondo gli autori dello studio, la capacità di muovere solo specifiche porzioni della sua lunghissima gabbia toracica è stata strumentale nell'evoluzione dei boa, e ha permesso loro di sviluppare la tecnica della "costrizione" e anche di consumare prede via via sempre più grandi; e se non avessero imparato a controllare le loro costole probabilmente non si sarebbero diffusi così tanto sul Pianeta.

Ora il team di John Capano ha un nuovo obiettivo: scoprire se e come la locomozione (che prevede tra l'altro di muovere le costole) influenza la respirazione, nei boa e in altri serpenti.

2 aprile 2022 Gabriele Ferrari
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