Animali

Ci sono troppo pochi impollinatori nei campi

I campi coltivati non producono più a sufficienza per carenza di impollinatori, come api, vespe e altri insetti. Gli alimenti più penalizzati? Mirtilli, mele e zucche.

I campi coltivati in tutto il mondo hanno un problema: una carenza di insetti impollinatori che ha come effetto un calo della produzione agricola. Lo dice un nuovo studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution, che dimostra come circa due terzi di tutti i campi coltivati del Pianeta hanno una produttività più bassa di quella che dovrebbero avere a causa della scarsità di insetti (e altri animali) che si "occupano" di impollinare tutte quelle piante che producono cibo ricco di nutrienti e fondamentale per la nostra specie.

Piante senza insetti. Lo studio è stato condotto su più di 1.500 campi coltivati distribuiti in tutto il mondo: in totale, il team della Rutgers University, in New Jersey, ha analizzato 200.000 visite di impollinatori a piante che producono frutta, verdura, legumi e altri cibi ricchi di nutrienti. Il risultato è un database, che ora è disponibile in open source, che raccoglie questi dati e permette un'analisi non solo quantitativa ma anche geografica della distribuzione degli impollinatori in giro per il mondo, e del loro contributo all'agricoltura.

Gli alimenti più penalizzati. La carenza di animali che impollinino le piante varia a seconda di dove si guarda: ci sono zone del mondo dove un terzo delle fattorie non producono quanto potrebbero a causa di questo fenomeno, e altre dove la percentuale arriva a due terzi. In generale, la carenza di impollinatori si riscontra nell'85% dei Paesi analizzati, e colpisce 25 tipi di raccolti diversi, tra cui spiccano per esempio i mirtilli, le mele e le zucche.

Un seme di ottimismo. Ovviamente, il fenomeno non interessa alcuni raccolti fondamentali per la nostra specie, come il riso e il grano, che non hanno bisogno di impollinatori; ma api, vespe e altri insetti (e non solo) sono responsabili della buona salute dell'88% delle piante a fiore del mondo, e del 76% dei raccolti, come già dimostrato qualche anno fa dallo stesso team che ha condotto lo studio. Anche che, se è vero che i risultati non sono rassicuranti, spiegano i ricercatori, ci sono ragioni per essere ottimisti: se cominciassimo a proteggere e facilitare il "lavoro" degli impollinatori, potremmo aumentare notevolmente la produzione agricola globale.

31 agosto 2024 Gabriele Ferrari
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