Che cosa vuol dire "bau!"? E "wuuf"? Chi ha un cane impara presto a capire che quando il suo cucciolo fa un certo verso significa che ha fame, e quando ne fa un altro ha bisogno di coccole. Ma i cani hanno "parole" per comunicare anche tra di loro? Be', vocabolario e grammatica non ce l'hanno, però... (Andrea Porta, 13 maggio 2008)
Chi ha un cane impara a capire la sua lingua. Col tempo riesce cioè a distinguere il significato dei vari tipi di abbai, guaiti e mugolii. Ma tra di loro, i cani, si capiscono? Nessuno aveva mai studiato la lingua "a uso interno" dei nostri migliori amici finché gli etologi dell'università Eötvös Loránd (Budapest, Ungheria) hanno sottoposto un gruppo di cani di varie razze all'ascolto di quattro suoni: il verso di un cane tenuto al guinzaglio da solo, quello di un cane che osserva un estraneo entrare nel suo giardino e due suoni di controllo (il rumore di un trapano e quello di un frigorifero). Monitorando la frequenza cardiaca degli animali, i ricercatori hanno notato che questi mostravano segni di eccitazione improvvisa sia quando il rumore "neutro" veniva sostituito con un abbaio sia quando il primo tipo di abbaio lasciava il posto al secondo.
Vocabolario di base. Secondo Péter Pongrácz, autore dello studio (pubblicato su Applied Animal Behaviour Science), la variazione dei livelli di attenzione espressa dall'eccitazione cardiaca significa che i cani sanno distinguere le differenze nei versi dei loro simili e, probabilmente, sono in grado di risalire al contesto in cui vengono prodotti. «Possiamo definire questa comunicazione come "funzionale-referenziale"», spiega lo studioso, «mentre non abbiamo trovato indizi che facciano pensare a significati più complessi, come "questo è il postino" o "questo è il vicino di casa".» I cani, cioè, sembrano esprimere e decodificare solamente emozioni di base.
Bau! (sì, sto abbaiando a te...) In realtà, però, i cani non hanno imparato ad abbaiare per comunicare tra loro. «Anche gli antenati dei cani di oggi abbaiavano, ma l'abbondanza di versi che ascoltiamo oggi è sicuramente il prodotto della domesticazione», spiega Pongrácz. Già precedenti studi avevano infatti dimostrato che i cani domestici abbaiano per noi, e che hanno imparato a farlo anche con i loro simili solo in un secondo tempo, come forma di comunicazione complementare a quella visiva e olfattiva.