Alcuni esemplari di ucceli sono in grado di modificare timbro e frequenza del loro canto per adattarsi al caos delle metropoli. Quelli che non lo fanno sono destinati a scomparire dalle nostre città.
Una cinciallegra nel suo habitat naturale. In città, la vita è molto più complicata a causa dell'inquinamento acustico. |
Sempre più alta, la voce
Da uno studio condotto da Hans Slabbekoorn della Leiden University, riportato da Nature, risulta che le cinciallegre di città (Parus major) hanno modificato il timbro e la frequenza del loro canto: rispetto alle loro “cugine” di campagna, infatti, emettono suoni molto più acuti e ravvicinati. Ciò permetterebbe loro di farsi sentire più chiaramente in mezzo al caos metropolitano; i maschi di questa specie, inoltre, hanno dovuto adattarsi a questo nuovo standard per non rimanere tagliati fuori dal rituale della conquista e dell’accoppiamento.
Una specie su mille ce la fa
Come spiega Slabbekoorn, i suoni più gravi sono più adatti a essere percepiti attraverso il fogliame della vegetazione extraurbana, mentre quelli più acuti e squillanti si distinguono più facilmente in mezzo al rumore del traffico.
Questo studio mette in luce un problema zoologico piuttosto importante: mentre prosegue la crescita delle aree metropolitane, alcuni uccelli non hanno sviluppato questa capacità di adattamento. Esistono infatti diverse razze che sviluppano già dai primi mesi una determinata frequenza sonora, che poi non riescono più a modificare. Il rischio reale è che queste specie scompaiano dall’ambiente urbano, che era divenuto, già a fatica, il loro habitat naturale.
(Notizia aggiornata al 5 dicembre 2006)